Spiace che la vicenda della cessione delle quote LGH che vede coinvolti nostri amministratori, sia finita al vaglio della Corte dei Conti: se ritenuti colpevoli, dovranno rispondere, (usando le parole della Legge), “con tutti i propri beni, presenti e futuri”. Per questa operazione, voluta da PD e Lega, si è preferito procedere sul filo della legittimità allorquando, attenendosi alla linearità della norma, si doveva procedere con una gara ad evidenza pubblica. Si è scelto, invece, per convenienze politiche, non disgiunte da valutazioni economiche, di forzare la Legge, affidandosi alla rischiosità di pareri legali richiesti per legittimare una decisione che si intendeva comunque perseguire: la cessione tout court delle quote alla Azienda A2A. Duole vedere distinte persone che hanno scelto di mettersi in gioco, dedicando tempo e impegno per governare la nostra Città, ora costrette a sottostare a rischiose indagini. E’ pur vero che Il bagaglio di un amministratore diventa sempre più impegnativo fardello fatto di sapere, capacità, competenze, attitudini e predisposizione, senza le quali si può malamente inciampare. Quello che più rammarica è che il Sindaco (per come lui sostiene) ha da sempre nutrito gli stessi convincimenti della Corte dei Conti. Sarebbe bastato un suo coerente comportamento, si evitavano spiacevoli conseguenze e si riconquistava per Rovato un ruolo primario e inoppugnabile, perché fondato sulla giustezza. E’ umanamente comprensibile come, la soggezione dei poteri forti, affiancata al peso delle pressioni politiche, possa trasformarsi in un penoso travaglio. Pure, questi sono i frangenti dove il coraggio delle scelte restituisce il meglio alla politica. Ora rifugiarsi dietro un “io l’avevo detto” poco vale. Resterà sempre, accompagnato da polemiche e inutili spiegazioni, il rammarico di aver mancato, assieme alla preoccupazione di aver coinvolto negli strascichi giuridici, tutti gli altri colleghi Consiglieri vincolati alle decisioni del Sindaco. Tino Buffoli