Continua il lavoro di ricerca e sensibilizzazione, portato avanti dal Rotary Club Cortefranca di Rovato, sul tema della violenza. Il progetto pluriennale “The world of violence”, iniziato nel 2022, si pone come obiettivo quello di esaminare il mondo della violenza sotto qualsiasi forma e natura essendo consapevoli che, eliminarla è impossibile, ma con l’intento di tenere alta l’attenzione dell’opinione pubblica al fine di sensibilizzarla perché ognuno possa, nel proprio ambito, contribuire a migliorare le cose. Sono stati costituiti gruppi di studio per elaborare soluzioni articolate nei diversi settori: legislativo, culturale tecnico e pratico. Dall’avvio del progetto sono già stati affrontati, con mini conferenze ed incontri, importanti temi: la violenza contro le donne, il bullismo, la violenza economica, le potenzialità della giustizia riparativa per il benessere sociale, la violenza nelle carceri, la violenza sulle strade, ecc.
Negli ultimi mesi il Rotary Cortefranca ha continuato il progetto con importanti conferenze ed eventi. In particolare, nel mese di settembre, è stata affrontata la problematica dei minori stranieri non accompagnati presenti in Italia. La ricerca ha evidenziato una presenza sul territorio nazionale di 20.926 minori soli provenienti dai paesi africani, dall’Albania, dal Pakistan e dal Medioriente, in linea con i principali flussi migratori. In regione Lombardia le presenze sono pari ad 2.764 giovani ossia il 13,2% del dato totale italiano. Per quanto riguarda la città di Brescia, sono oltre 200 i minori presenti.
“I minori stranieri non accompagnati – cita il rapporto della commissione di studio – sono prima di tutto minori che hanno sulle spalle un pesante progetto migratorio; che hanno una gran voglia di emanciparsi e di costruirsi un’opportunità di vita. Sono persone sottoposte ad almeno tre traumi: separazione dalla famiglia, viaggio in condizioni disumane, sradicamento dalla propria cultura, dagli affetti, dalla loro terra. Sono minori che rischiano di andare alla deriva se non accompagnati una volta approdati in un porto sicuro, giovani e bambini che devono rielaborare il proprio vissuto per riuscire a proiettarsi nel futuro”. La “missione” è quella di riuscire a seguirli in un processo di integrazione sociale che gli permetta di raggiungere una propria autonomia. Un aiuto importante può essere la figura del tutore minorile per stranieri. L’obiettivo istituzionale è attualmente quello di aumentare il numero dei tutori volontari.
Da anni il Rotary Cortefranca è attivo in merito al problema della violenza contro le donne, tema purtroppo attualissimo di questi tempi. Col fine di sensibilizzare la società su questa terribile problematica, lo scorso 10 ottobre, il club ha inaugurato una panchina rossa davanti al Palazzo di Giustizia di via Lattanzio Gambara a Brescia. Questa iniziativa simbolica, in un luogo così particolare, mira a sensibilizzare la comunità sulla questione della violenza, soprattutto quella contro le donne.
Cosa rappresenta esattamente una “Panchina Rossa”?
Questo semplice oggetto urbano è diventato un simbolo internazionale per la lotta contro la violenza domestica. La panchina rossa a Brescia è un segno tangibile dell’impegno della comunità nella lotta contro la violenza di genere. Simboleggia un posto dove chiunque, in situazioni di emergenza o disagio, può trovare un aiuto sicuro e la possibilità di parlare con qualcuno disposto ad ascoltare. Questo progetto ambisce anche a promuovere la consapevolezza sulla violenza domestica e ad incoraggiare le vittime a chiedere aiuto senza paura o vergogna. È un simbolo tangibile del cambiamento e dell’impegno collettivo nella lotta contro la violenza. Erano presenti all’evento tutte le più importanti autorità civili e militari.
Un lavoro di ricerca instancabile, proseguito con un incontro, lo scorso 7 novembre presso un noto ristorante della zona, dove si è tenuto il decimo evento dal titolo “Sicurezza sul lavoro – Una priorità universale”. Anche in questo caso è stata affrontata una tematica sociale molto calda, quella delle morti bianche nelle realtà lavorative. Il problema della mancanza sicurezza sul lavoro è centrale, e viene affrontato nelle sue componenti essenziali: scarsa sensibilità dei datori di lavoro, scarsa istruzione dei lavoratori, scarso utilizzo di tecnologie per la prevenzione degli infortuni.
“Un’autentica civiltà – riporta la ricerca – è di coloro che fanno propri criteri comportamentali corretti a prescindere dagli obblighi di legge e dalle regole; è di coloro che, mettendosi continuamente in discussione, raggiungono una maturazione interiore che accredita il rispetto di valori etici esprimendo una cultura che possa essere caposaldo di una interpretazione del lavoro come parte nobile del nostro vivere, tenendo alto il valore della difesa della vita umana”.
Oltre alla carenza di questi valori vengono individuati e messi in evidenza altri due problemi presenti nei luoghi di lavoro: la scarsa cultura della sicurezza e conoscenza della lingua italiana da parte dei lavoratori extracomunitari che porta alla sottovalutazione dei rischi e la mancanza di utilizzo di tecnologie, come per esempio le videocamere, per prevenire e monitorare le situazioni lavorative più pericolose.
Fondamentale è il ruolo della scuola nella formazione della cultura della sicurezza di ogni singolo alunno affinché possa portare con sé, in qualsiasi esperienza lavorativa futura, questo patrimonio di informazioni e valori. Potremmo quindi concludere che, al di là dei singoli aspetti pratici, la mancanza di sicurezza è rappresentata principalmente da una carenza culturale e valoriale a livello sociale. Sicuramente un “gap” importante su cui istituzioni e privati devono ancora fare molto.
Emanuele Lopez