Gli eventi per il 50° anniversario della posa della prima pietra della chiesa dedicata a San Giovanni Bosco, situata sul viale della stazione (viale Cesare Battisti), sono iniziati nella serata di giovedì 10 ottobre scorso con la presentazione del recente restauro della pala d’altare e l’adorazione eucaristica. Nella serata di venerdì, la corale parrocchiale ha allietato i presenti con canti e musiche sacri, mentre, nel pomeriggio di sabato 12, alle 18.30 si è tenuta la S.ta Messa presieduta da sua eccellenza monsignor Pierantonio Tremolada, vescovo di Brescia.
Un breve cenno storico:
Prima di proseguire facciamo un salto nel passato; ma qual è la storia di questa chiesa parrocchiale?
Tutto ebbe origine nei primi anni ’60 in cui la via che congiungeva il centro di Rovato alla stazione dei treni cominciò a popolarsi di abitazioni ed attività; un nuovo quartiere andava pian piano formandosi e fu così che mons. Luigi Zenucchini cominciò a preoccuparsi per dare a quest’area, separata dal resto del paese dalla statale 11, una Chiesa che fosse punto di riferimento spirituale. Ci vollero quasi 10 anni per sciogliere tutti i nodi ed arrivare al progetto definitivo: tra i vari problemi i principali furono il reperimento delle risorse finanziarie (il preventivo fu di 40 milioni di lire) e del terreno adatto, poi individuato nella proprietà del sig. Angelo Maifredi che lo cedette con atto notarile nel febbraio del 1968. Nel 1967 fu fondato il centro religioso nello scantinato della casa del parroco gentilmente messa a disposizione dalle sorelle Gina e Francesca Greco e qui mons. Zenucchini cominciò a celebrare la S.ta messa. Intanto affidò all’ing. Antonio Zampieri la progettazione di una chiesa moderna ed ampia adatta ad un quartiere moderno che andava sempre più delineandosi. Il progetto recepì alcune modifiche e fu approvato dalla curia vescovile ma il nulla osta per l’inizio dei lavori fu condizionato al reperimento di almeno il 50% dell’importo del preventivo fatto. Grazie ad un consistente contributo del Comune di Rovato, alla donazione di Emilio Bonomelli e ad ulteriori fondi raccolti, si poté accendere un mutuo di 30 milioni di lire e procedere all’esecuzione dei lavori. Il 12 ottobre 1969 il vescovo Luigi Morstabilini presenziò alla cerimonia di posa della prima pietra (proveniente dalla vecchia chiesa di Castelnuovo Don Bosco); era presente anche il sindaco Giacomo Medeghini che rassicurò i presenti dando il proprio appoggio al progetto. Nel 1977 fu proclamata chiesa parrocchiale indipendente con l’arrivo di un sacerdote incaricato a tempo pieno: fu nominato don Annibale Fostini che rimase per i successivi 15 anni; a proseguire la sua opera don Giuseppe Facconi, don Serafino Festa e, negli ultimi anni, don Gian Mario Chiari e don Giovanni Zini.
Il restauro della pala d’altare.
Ottenute tutte le autorizzazioni necessarie, il restauro del dipinto “Cena di Emmaus”, realizzato dal pittore Mario Bogani, è stato curato dalla restauratrice Alessandra Bonfardini e dal marito Mauro Mombelli.
I lavori sono iniziati ufficialmente il 22 luglio scorso e sono durati circa una quarantina di giorni. La pellicola pittorica è stata realizzata con tempere ai silicati e resine silossaniche che, se da un lato garantiscono una tramatura robusta e buona traspirabilità, dall’altro sono sensibili alla luce. Il film pittorico, proprio a seguito della radiazione solare proveniente dalle finestrature laterali, è stato trovato rotto in diversi punti con particolare scolorimento di alcuni colori come il rosso ed il marrone. L’opera non è stata dipinta sul muro perimetrale ma su un tavolato di mattoni forati che ha consentito una buona traspirazione del dipinto. Il restauro è stato di tipo conservativo ed integrativo per le zone lesionate, andando anche a ridurre le lacune e le scoloriture presenti. Diverse sono state le fasi di lavorazione: si è iniziato con il lavaggio di tutto il dipinto (per tre volte, con impacchi di acqua, carbonato d’ammonio ed altri elementi) e successivo risciacquo per togliere le impurità e la polvere; a seguito del rinvenimento di una patina pellicolante (probabilmente utilizzata per fissare i colori in un precedente restauro), si è proceduto alla sua rimozione; a seguire il risanamento di tutte le crepe presenti tra le quali una particolarmente importante situata nell’ultimo terzo del dipinto. Infine si è proseguito col restauro cromatico solo per la copertura delle stuccature e per la chiusura delle scoloriture causate dall’irraggiamento solare. Al fine di mantenere il risultato del restauro nel tempo, sono state applicate delle pellicole filtranti sulle finestrelle esterne; queste ultime non tolgono la luce ma bloccano la radiazione dannosa per il dipinto.
S.E. Mons Tremolada presiede la S.ta Messa del 50°
Nel giorno esatto del 50° dalla posa della prima pietra, sua eccellenza mons. Pierantonio Tremolada, vescovo di Brescia, ha presieduto la S.ta Messa concelebrando insieme a don Gianni Zini (vicario parrocchiale), al prevosto mons. Cesare Polvara ed altri sacerdoti dell’unità pastorale. Erano presenti alla cerimonia, in rappresentanza della Amministrazione cittadina, il sindaco Tiziano Belotti e gli assessori.
Durante l’omelia il vescovo ha invitato tutti a riflettere sulla presenza costante della mano provvidenziale di Dio nella nostra vita e di come sia importante per questo essere riconoscenti: «Dobbiamo essere persone capaci di ringraziare gli altri e di lodare Dio per il bene che riceviamo. Spesso viviamo la vita dando tutto per scontato, persino il sorgere del sole, ma scontato non è… Essere riconoscenti verso il prossimo e ringraziare Dio significa riconoscere il Creatore, l’origine di tutto, la Provvidenza… Anche la celebrazione di questo 50° la si deve alla Sua provvidenza che ha consentito la realizzazione e la conservazione di questo luogo sino a noi. Qui Signore hai operato, ed hai operato anche attraverso coloro che da qui sono usciti ed hanno fatto del bene». A conclusione della messa Tremolada ha sottolineato l’importanza dell’unità pastorale: «Questa è una bella novità perché le parrocchie, pur avendo la propria identità, sono sorelle ed, oggi più che mai, tutte le comunità sono chiamate ad essere sempre più unite».
Al termine i presenti hanno potuto trascorrere un momento conviviale con buffet presso i locali della parrocchia. Nella ricorrenza di questo 50° dobbiamo rivolgere un ringraziamento a tutti i sacerdoti che hanno vissuto la storia di questa chiesa ed in particolare a don Gianni Zini, attuale vicario parrocchiale: è giunto a Rovato nell’agosto del 2013 come collaboratore di mons. Gian Mario Chiari ed attualmente guida la parrocchia di San Giovanni Bosco per quanto riguarda tutte le attività pastorali. Don Gianni ricorda che nel tempo sono state fatte molte altre opere minori ma necessarie alla struttura della parrocchia: il fonte battesimale, il restauro del dell’affresco del presbiterio, l’istituzione del circolo ANSPI, la manutenzione e le attività del campo sportivo. «Oggi il quartiere, oltre ai consueti fedeli, – ha detto – ha visto l’insediarsi di molti stranieri appartenenti a diverse religioni ed i tanti bambini utilizzano gli spazi della parrocchia. Con loro mantengo un sincero ed amichevole dialogo cercando di sorvegliare ed educare secondo lo spirito del Vangelo».
Anche per questa parrocchia, come per tante altre, sicuramente si è aperta un’era nuova. Non possiamo che affidare alla Provvidenza divina questo luogo e chi vi opera sicuri che, anche per il futuro, saprà rispondere ai bisogni spirituali dell’uomo secondo l’insegnamento evangelico.
Emanuele Lopez
Info storiche tratte da:
“In Cammino speciale 50°”