Sono passati ormai quattro anni da quel marzo 2020 che ha segnato profondamente l’Italia e il mondo intero. Da allora, il 18 marzo è diventato il giorno in cui il Paese si ferma per ricordare le vittime della pandemia, in un momento di raccoglimento e riflessione. Anche quest’anno, la comunità di Rovato si è stretta nel ricordo, radunandosi davanti al Cristo in croce posto di fronte al cimitero, simbolo di speranza e di preghiera, per onorare la memoria di chi non c’è più.

L’evento, organizzato dall’Amministrazione comunale, ha visto la partecipazione delle forze dell’ordine, dei sacerdoti, delle istituzioni scolastiche, delle associazioni e di numerosi cittadini. Un momento di silenzio ha aperto la cerimonia, interrotto solo dalle parole dei rappresentanti delle istituzioni che hanno scandito un tempo sospeso tra dolore e memoria.

Nel corso della commemorazione, un particolare ringraziamento è stato rivolto a tutte quelle realtà che, nei mesi più difficili della pandemia, hanno operato senza sosta per alleviare le sofferenze e offrire sostegno ai più fragili. Le associazioni di volontariato, in prima linea nell’assistenza ai malati e alle famiglie colpite, hanno ricevuto un tributo di riconoscenza per il loro straordinario impegno. Così come gli uffici comunali, che si sono trovati a gestire un’emergenza senza precedenti con una professionalità e un’umanità che hanno fatto la differenza nella vita di tanti cittadini.

Il ricordo delle vittime del Covid non è solo un atto di commemorazione, ma anche un monito per il futuro. La pandemia ha insegnato quanto sia preziosa la solidarietà e quanto sia essenziale unire le forze nei momenti di crisi. In questa giornata di memoria, Rovato ha dimostrato ancora una volta di essere una comunità che non dimentica, che sa stringersi nel dolore ma anche guardare avanti con speranza.

Mentre le corone di fiori venivano deposte ai piedi del Cristo in croce, il pensiero di tutti è andato a quei giorni di angoscia, alle vite spezzate, alle famiglie rimaste senza un addio. Ma anche alla forza di chi ha lottato, alla resilienza di una comunità che, pur nel dolore, ha saputo ritrovarsi e ripartire. Perché il ricordo è il primo passo per costruire un domani migliore.

Mauro Ferrari