Domenica 5 Febbraio presso il cippo marmoreo dedicato alle vittime delle foibe e dell’esodo Giuliano-Dalmata collocato al Parco di Via Gen.Carlo Alberto Dalla Chiesa si è tenuto un momento di raccoglimento con la deposizione di una corona d’alloro alla presenza dell’Amministrazione comunale, dalle autorità militari e religiose e delle associazioni d’arma. Mercoledì 15 Febbraio presso il Salone del Pianoforte del Palazzo Comunale, si è tenuta invece, la conferenza dal titolo “Esodo e Foibe” con la testimonianza diretta del Sig. Duiella Aldo, esule da Zara. Da Lunedì 6 fino a Lunedì 20 Febbraio – sempre presso il Salone del Pianoforte del Palazzo Comunale – è stata, infine, presentata la mostra fotografica dal titolo “Le Foibe-Immagini di un dramma” a cura di Cesare Mor Stabilini con testi di Alessandra Martina e Giuseppe Barbieri e foto dell’archivio Musei provinciali di Gorizia.
Nativo di Orzinuovi, precisamente di Barco, Mor Stabilini vive a Chiari da oltre 50 anni; libero professionista, attualmente in pensione, ha iniziato a interessarsi alla fotografia fin da ragazzo; all’attivo ha numerose mostre in Italia e in Europa e moltissime pubblicazioni; recentemente il noto fotografo ha ricevuto il premio alla carriera al Museo Nazionale della Fotografia di Brescia (zona Carmine).
“Le Foibe-Immagini di un dramma” è una mostra per ricordare una delle pagine drammatiche del forzato esodo dei circa 300mila profughi istriani, fiumani e dalmati costretti con la violenza e l’intimidazione a lasciare gli ex-territori adriatici orientali italiani a seguito della disfatta dell’Italia nella Seconda Guerra Mondiale. Parliamo della “pulizia etnica” subita, si stima, da circa undicimila cittadini italiani (militari, ma anche civili, donne, anziani e bambini) uccisi dalle formazioni del maresciallo Tito. In parte gettati, a volte ancora vivi o gravemente feriti, nelle foibe. Spesso si trattava di membri della stessa famiglia o di conoscenti legati tra loro con corde e poi gettati e lasciati morire dopo lunghe agonie in queste cavità naturali a strapiombo molto diffuse nel Carso e in Istria. Alcune delle uccisioni sono rimaste impresse nella memoria comune dei cittadini per la loro efferatezza: tra queste vi sono quelle di Norma Cossetto (cui è stata riconosciuta la medaglia d’oro al valor civile), di don Angelo Tarticchio e delle tre sorelle Radecchi.
Le dimensioni del fenomeno Foibe hanno da sempre rappresentato un argomento molto complesso, le stime sono a volte molto discordanti e sono rese problematiche dalla natura delle fonti, tenendo presente che le autorità dei paesi appartenenti alla ex Jugoslavia solo recentemente hanno voluto collaborare alla ricostruzione storica. Ipotesi parlano di circa 600-700 vittime per il periodo del 1943 e di un ordine di grandezza generale che sta tra le 4 e le 5000 vittime; altre stime arrivano a conteggiare fino a oltre 20000 morti.
Il dramma delle Foibe si concluse con la firma del trattato di pace di Parigi il 10 febbraio 1947, quando nella conferenza di Parigi venne deciso che per stabilire i confini tra Italia e la Jugoslavia si sarebbe seguita la linea francese. E il 10 febbraio di ogni anno, a partire dal 2005 – con grande colpevole ritardo – si celebra il Giorno del ricordo, cerimonia di commemorazione delle stragi e del successivo esodo degli italiani.
Mauro Ferrari