Domenica 11 febbraio, alla presenza delle associazioni d’Arma e di volontariato, dei rappresentanti delle Forze dell’Ordine (Silvia Contrini, comandante della Polizia Locale e Antonio Marrazzo maresciallo comandante della stazione dei Carabinieri di Rovato), delle autorità comunali e di Don Luca Danesi, la Città di Rovato ha reso onore ai martiri delle foibe e dell’esodo giuliano dalmata con una commemorazione che si è tenuta – dopo la S.Messa celebrata presso la Parrocchiale di S.Maria Assunta – al cippo marmoreo commemorativo di via Gen. Carlo Alberto dalla Chiesa. Il monumento è un’ opera della rinomata Scuola Ricchino (presente al momento commemorativo anche il Presidente Giampietro Costa) un progetto voluto dall’amministrazione Belotti e realizzato con la collaborazione della famiglia Grassi, storica azienda per la lavorazione artistica della pietra.
Si tratta di un luogo della memoria dedicato alle vittime di questa tragedia che serve, come si legge sulla pagina FB ufficiale della Città di Rovato, “a ricordare le Foibe; ricordare le decine di migliaia di vittime; ricordare l’esodo e la tragedia di centinaia di migliaia di italiani cacciati dalle proprie terre, rappresenta un insegnamento fondamentale da trasmettere alle future generazioni. Ricordare è un imperativo morale. Ricordare sempre, ricordare tutto”.
Ha spiegato il Vicesindaco Simone Agnelli durate la celebrazione: “Solo la legge n.92 del 30 marzo 2004, ha restituito dignità e voce a quelle persone costrette a lasciare le loro case. Al trauma di abbandonare le loro abitazioni si è aggiunto quello di ritrovarsi in mezzo a una barbarie. Dei racconti dei sopravvissuti colpisce la violenza, l’accanimento: per risparmiare le pallottole, legavano le persone una all’altra e poi sparavano solo alla prima, che trascinava giù le altre, costrette a morire dopo giorni, con le ossa fratturate, intrappolate nell’oscurità delle foibe. Come esseri umani non abbiamo imparato molto, visto quello che succede oggi nel mondo”. Agnelli ha poi auspicato che la riflessione su queste pagine drammatiche ci aiuti a “costruire una società migliore”.
L’assessore alla Cultura Valentina Bergo ha poi chiuso – con queste parole – la giornata dedicata al ricordo: “quest’anno ricorre il ventesimo anniversario dall’approvazione della legge che ha istituito il Giorno del Ricordo. Questa tragedia è stata volutamente rimossa, fortunatamente da vent’anni non lo è più. Le vittime delle foibe non erano soli i fascisti ma anche uomini, donne e bambini colpevoli solo di essere italiani. Da due anni abbiamo inaugurato questo monumento perché sia portavoce di una pagina triste, affinché essa non si ripeta”.
Mauro Ferrari