Fa sempre un certo effetto guardare Rovato…dall’alto in basso, certo non volendo parafrasare la canonica espressione che indica presunzione o superbia, bensì nel soffermarsi ad ammirare la nostra capitale franciacortina dall’alto del suo principale rilievo orografico, il Monte Orfano. Da qua il paesaggio è mozzafiato e ci si può lustrare gli occhi perché la vista si perde negli infiniti orizzonti che le si prospettano dinnanzi. Ogni volta che ci salgo faccio un gioco, rintracciare con lo sguardo case e cose che già conosco ma che osservate quassù acquistano un aspetto nonché dimensioni differenti e proprio per questo spesso pare anch’esse giochino a nascondino con noi. Curioso, tuttavia, come mi riservino sempre nuove scoperte di… vecchie conoscenze, a volte subito riconosciute da un particolare elemento architettonico che le fa contraddistinguere al volo, oppure tergiversando nel vederle adesso da un punto di vista poco consueto; tuttavia, scoprendo in entrambi i casi un pezzo di Rovato inaspettato e inedito che, pur se immobile da tempo immemore, pare fare ora la sua comparsa inaspettatamente. Guardando a trecentosessanta gradi la nostra meravigliosa città e le sue altrettanto stupende frazioni da questa sommità è un attimo arrivare ai loro confini, oltrepassarli e raggiungere con lo sguardo le località vicine, cosicché proseguendo con il riconoscimento… facciale di chiese, palazzi e molto altro ancora. Se vogliamo rendere il passatempo più adrenalinico possiamo salirci con gli amici e fare a gara a chi è più bravo nel rintracciare questo o quello. Unica regola: bisogna chiamare ogni cosa col giusto nome, è vietato barare! Ci regaleremo bei momenti di svago e serenità, per una volta lasciando raffreddare nelle tasche l’onnipresente cellulare. Ho detto cellulare? Lo prendo e dico ai miei amici:”mi è venuta voglia di fare qualche bella foto, tanto più che da quassù c’è l’imbarazzo della scelta. Qualche scatto poi lo rimetto via, promesso. Intanto perché non scovate dove sono andati ad abitare i nostri amici Luigi e Sara, dovrebbe essere quella strada laggiù o quell’altra. Aspettate, facciamo a chi è più veloce. Le foto semmai le faccio dopo”.