Dopo il bellissimo concerto lirico-sinfonico, evento conclusivo delle iniziative messe in campo dal Premio Nazionale Franciacorta, nel pomeriggio di domenica 8 settembre si sono tenute le premiazioni, che hanno visto la proclamazione dei vincitori per le tre sezioni previste dal concorso: Storia contemporanea, Letteratura contemporanea e Pedagogia.
Il consigliere regionale Diego Invernici ha aperto i saluti istituzionali sottolineando come la Franciacorta non sia un territorio che produce solo vino, ma che ha saputo valorizzare anche gli aspetti culturali, ribadendo la vicinanza dell’istituzione regionale alle amministrazioni e a tutti coloro che si impegnano nella valorizzazione del territorio portandone un valore aggiunto.
Simona Tironi, assessore all’istruzione, ha ringraziato i membri delle giurie per il grande lavoro svolto e ha ribadito come la Franciacorta rappresenti una delle eccellenze assolute italiane conosciute in tutto il mondo. «Il tema della letteratura – ha continuato – è uno dei temi che a noi sta molto a cuore e sul quale crediamo ed investiamo». Un ringraziamento particolare è stato rivolto alla Scuola Ricchino che, attraverso le proprie attività, promuove l’arte e la cultura; grazie all’intelligenza delle loro mani ha messo a disposizione i premi realizzati con un grande lavoro artigianale.
Il sindaco Tiziano Belotti, ricordando le decine di eventi organizzati sul territorio cittadino, ha voluto ringraziare Mariuccia Ambrosini per aver portato a Rovato una manifestazione così importante, riuscendo a coinvolgere persone e realtà di altissimo livello. «La Franciacorta ha circa 150 mila abitanti – ha commentato – è una realtà di campagna con mille anni di storia caratterizzata da una stratificazione socio-culturale e architettonica impressionante e che difficilmente si trova in altre zone del Paese. Siamo pochini ma organizziamo eventi di grandissimo livello. La Franciacorta è un patrimonio comune così come lo sono i libri. Nel momento che i libri vengono scritti, diventano patrimonio di tutti e contribuiscono al miglioramento della cultura delle relazioni sociali».
La cerimonia delle premiazioni si è tenuta presso la suggestiva “Sala del pianoforte” presso il palazzo municipale; Alessandra Ferraro, moderatrice dell’evento, ha presentato gli autori finalisti dando voce ai presidenti delle tre giurie che, dopo aver illustrato il lavoro svolto, i criteri di giudizio e le motivazioni, hanno proclamato il vincitore della relativa sezione. Gli interventi sono stati intervallati da momenti musicali al pianoforte suonati dal bravissimo maestro Giuseppe Fanciullo. La proclamazione di ogni vincitore è stata seguita dalla lettura, a cura di Daniele Squassina, di un brano tratto dall’opera premiata,.
Veniamo alle tre sezioni del concorso letterario ed ai loro vincitori.
Storia contemporanea
La giuria, composta dal presidente Paolo Gheda e dai colleghi Massimo De Giuseppe e Irene Piazzoni, ha dovuto valutare 28 volumi di cui la maggior parte di grande livello culturale e storico. Della terna finalista il vincitore è Emanuele Ertola con il libro “Il colonialismo degli italiani – Storia di un ideologia”. Gli altri due finalisti sono stati Bruno Wlater Renato Toscano con “Pantere nere, America bianca” e Alberto Basciani con “L’impero nei Balcani. L’occupazione italiana dell’Albania 1939-1943”. Il prof. Gheda nella lunga motivazione spiega: «Il libro di Ertola affronta il tema storico del colonialismo, contestualizzato nella sua epoca, come sviluppo di una vera e propria ideologia […] che promuove la conquista di altri territori come valvola di sfogo esterna per lavoratori, disoccupati e contadini senza terra. L’autore sceglie nella narrazione una via espositiva ed ermeneutica […] arrivando a cogliere la dimensione unitaria del fenomeno sviluppata in tutte le sue particolarità ed aspetti. Il libro è agile con una conoscenza profonda delle fonti e con una scrittura trasparente e indubbiamente fluida. Ne emerge un capitolo significativo di storia della cultura coloniale che riguarda gli italiani».
Letteratura contemporanea
La professoressa Carla Boroni, presidente della commissione insieme ai professori Francesco De Nicola e Massimo Tedeschi, ha illustrato i criteri utilizzati nella valutazione dei lavori pervenuti: «La terna finale è arrivata quasi da sola, il romanzo per noi era assolutamente importante, ma abbiamo aggiunto anche la dimensione dei racconti…consideriamo la letteratura italiana contemporanea come una letteratura militante, ossia di coloro che la fanno con una scelta universitaria e di critica letteraria, con focus sul “paesaggio”; la scelta finale in relazione alla terna è stata molto difficile».
Il migliore lavoro valutato è stato quello di Alessandro Rivali con “Il mio nome nel vento”, che è stato scelto nella terna costituita, oltre al premiato, da Matteo Righetto con “Il sentiero selvatico” e Giovanni Granatelli con “Nomi, cose, musiche e città”. Queste le motivazioni: «Il libro di Rivali è stato scelto perché un racconto movimentato, che si legge tutto d’un fiato. Racconta la storia della famiglia Moncalvi segnata da dolori, amori, nel contesto storico della rivoluzione franchista vissuta a Barcellona dove la famiglia viveva, e che poi fu costretta a trasferirsi a Genova. Le storie dei personaggi sono narrate in pagine sulle quali soffia perenne la bellezza e la forza della poesia. Nel raccontare anche gli eventi storici nei quali la storia è immersa, all’autore non interessa il versante politico, ma raccontare le anime e gli orrori subiti da tutti coloro che della guerra sono vittime involontarie ma che non accettano di arrendersi e che, pur di agire in onestà e dignità, sono disposte al sacrificio».
Pedagogia
Andrea Bobbio, presidente della commissione insieme a Teresa Garange e Domenico Simeone, ha spiegato il grande lavoro che è stato fatto per la definizione della terna finalista; tre libri caratterizzati da una grande armonia e che rappresentano tre ambiti di ricerca della pedagogia: da una parte una ricerca incentrata sulla storia della pedagogia, una più legata alla riflessione teoretica e l’altra più empiristica ed operativa. Tre ambiti importanti della pedagogia che la giuria ha voluto valorizzare nella loro diversità. Il testo premiato è quello di Simone Di Biasio dal titolo “L’educazione è il messaggio. L’opera pedagogica di Marshall McLuhan” finalista insieme a Fabio Olivieri con “La supervisione pedagogica. Un modello di intervento” e a Giampaolo Sabino col testo “Riflessione pedagogica e Laudato sì. Giovani e formazione per l’ecologia integrale, tra cambiamenti climatici e conversione ecologica in azione”. Il lavoro di Di Biasio è stato scelto in quanto «…frutto di un’indagine pedagogica articolata e di ampio respiro […] il testo esplora in maniera sistematica la rilevanza pedagogica dell’opera di Marshall McLuhan nell’ambito della ricerca educativa e didattica del novecento. […] I capitoli del libro sono davvero innovativi e ricchi di spunti, […] il testo utilizza fonti di prima mano e documenti non ancora tradotti e poco accessibili e si presenta come uno studio agile dallo stile sobrio ed efficace e ben argomentato e, a parere della commissione, merita di essere premiato».
La cerimonia si è chiusa con la consegna di una targa consegnata a Gianpietro Costa, presidente della Scuola Ricchino, per la collaborazione prestata nella realizzazione dei tre bellissimi premi opera dei maestri Vittorio Turla e Stefano Brescianini. A seguire un momento conviviale con degustazione di vini franciacortini in abbinamento a prodotti tipici del territorio.
Emanuele Lopez