Grazie alla irrefrenabile penna di Tarcisio Mombelli, prendono vita le “Storie di Faine”; storie di vita dell’alpino Primo Lancini, conosciuto ai più come Nani di Bele. Una raccolta, una testimonianza, sapientemente riportata da Tarcisio in un volumetto da leggersi tutto d’un fiato. A Mombelli va il merito di aver voluto, ancora una volta, con grande testardaggine, portare alla diffusione ed al grande pubblico racconti e poesie che probabilmente sarebbero rimasti chiusi in un cassetto e dispersi dal tempo.
La loro pubblicazione consente di arricchire il quadro della storia locale rovatese fatta di luoghi, eventi e storie vissute da singoli cittadini. Il volume, come riportato nelle prime pagine, è dedicato al Gruppo Alpini di Rovato “…per la costante partecipazione di socialità in ogni occasione richiesta o volontaria, in momenti di bisogno e rappresentanza” e “…alla memoria di tutti gli Alpini deceduti o dispersi in guerra ogni dove nel mondo, nonché a chi di loro vittima di ferite, deportazione, prigionia e sofferenza di ogni genere”. In occasione di una delle prossime ricorrenze sarà consegnato ufficialmente al gruppo rovatese da parte dei familiari di Nani.
Primo Lancini nasce nel 1923 a Chiari da Pietro Lancini ed Emma Vezzoli, per poi trasferirsi con la famiglia a Rovato all’età di sei anni. Fu chiamato alle armi nel 1943 nel VI reggimento del corpo degli Alpini. Fu catturato sulle montagne intorno a Bolzano e deportato in un campo di prigionia in Polonia e fu tra i pochi sopravvissuti che riuscirono a tornare a casa. Si sposò poi nel 1950 con Angela Ramera da cui ebbe tre figli: Pietro, Raffaella e Clelia; ci ha lasciato, ormai quasi novantaduenne nel 2015.
Le storie di Nani, alias Faine, partono dai racconti di quella vita agreste fatta di semplicità e povertà nella quale era nato, dalla sua prima esperienza a scuola, per poi passare all’avvento della guerra, al suo arruolamento, ai combattimenti, alla cattura, alla liberazione ed al ritorno a casa. I suoi possono sembrare semplici racconti di tempi ormai andati, come tanti ce ne hanno tramandati i nostri nonni ma, credo che, come per ogni testimonianza scritta di prima mano, l’attenzione debba essere portata a quella dimensione individuale, soggettiva, che traspone gli eventi della grande storia in quella che è l’esperienza personale. Faine è un uomo poco colto, dalla scarsa scolarità ma, nonostante ciò, i suoi racconti sono caratterizzati da un’espressione particolare dettata non dall’intelletto, ma dal cuore, da cui sgorga una poesia che aiuta a rivivere quelle realtà dure e spietate sotto una luce diversa, quella intima dei suoi sentimenti e pensieri. I molti particolari, riportati volutamente, permettono al lettore di costruire nella propria mente momenti di vita ed eventi quasi fossero delle fotografie d’epoca; la narrazione è sempre molto diretta, dal carattere cronachistico, ma personale e poetica, lasciando trasparire quella spiritualità e quella fede che gli appartengono.
Il volume, che sarà presto disponibile presso il Comune e la Biblioteca, è stato arricchito da Mombelli con diversi contenuti come: note biografiche su Primo Lancini e sul padre Pietro, documenti originali come il passaporto temporaneo per stranieri, l’elenco dei caduti rovatesi in guerra nel periodo 1940/1945 e quello dei dispersi in Russia nel gennaio del 1943, e altro ancora.
Vorrei citare il commovente addio a Nani composto da Tarcisio ed impreziosito da una tavola artistica di Giampaolo Belotti: “Alpino, prendi la tromba e suona l’attenti! Nani, il soldato alpino poeta di Rovato, è morto. A lui sia onore, gloria e riconoscenza. Tromba, con dolcezza e melodia in modo da non disturbarlo, suona il Riposo; questa volta sarà eterno. Poi, con il calar del buio, le stelle. E come nella notte di San Lorenzo tante sembravano cadere. Ma non erano astri, forse erano i tanti Alpini di Rovato caduti e dispersi in tante guerre in località sparse della Terra; venivano a incontrare proprio Lui per accompagnarlo proprio dove noi tutti vorremmo, dov’è la pace. Addio Nani”.
Lasciamo infine al lettore il piacere di immergersi in queste narrazioni intrise di poesia, sentimenti e di umanità, con la speranza che le giovani generazioni possano comprendere che vi sono stati periodi della storia in cui i pensieri, i sentimenti, le piccole cose, sono state per le persone comuni più importanti di tutto ciò che poteva accadere intorno. Un tuffo indietro nel passato, quindi, per riscoprire i valori e le ricchezze dell’immenso universo interiore umano; a Tarcisio Mombelli ancora una volta il ringraziamento particolare per aver trovato e compreso l’importanza di questi brevi racconti ed averli voluti condividere.
Emanuele Lopez