È stata una S.ta messa particolare e significativa quella di domenica 31 gennaio, celebrata presso la parrocchia S. Giovanni Bosco di v.le Cesare Battisti. 

Nel giorno a lui dedicato è stata infatti ricordata la figura di don Bosco e contemporaneamente la memoria di don Annibale Fostini, primo parroco della chiesa del viale della stazione nel periodo 1977-1992 e recentemente scomparso nel dicembre dello scorso anno.

La funzione è stata presieduta dal parroco mons. Mario Metelli, da don Giovanni Zini attuale parroco e da tutti i sacerdoti dell’unità pastorale rovatese.

In rappresentanza dell’am-ministrazione comunale erano presenti il sindaco Tiziano Belotti, l’assessore Valentina Bergo, il consigliere Daniele Lazzaroni.

Nel corso della celebrazione è stata ricordata la vita di San Giovanni Bosco: nato a Castelnuovo d’Asti nel 1815, capì a soli 9 anni grazie ad un sogno fatto, che avrebbe dovuto dedicarsi all’educa-zione della gioventù. 

Divenne sacerdote nel 1841 a 26 anni e cominciò il suo apostolato tra i giovani fondando l’oratorio e riuscendo così a creare un ambiente educativo basato sulla ragione, sulla religione e sulla amorevolezza; in tal modo riuscì a portare i giovani alla riflessione, all’incontro con Cristo e con i fratelli, educandoli alla fede ed ai sacramenti e contemporaneamente dando loro anche una formazione professionale grazie ai così detti laboratori. 

Morì a Torino nel 1888 all’età di 72 anni. Fu fondatore dell’Ordine Salesiano, mostrando sempre particolare predilezione ed amore per i giovani.

Mons. Metelli, nell’omelia, ha sottolineato l’importanza della figura del profeta ossia di colui che testimonia la parola di Gesù, il Vangelo. Don Bosco è stato un grande profeta ed è stato “portato” a Rovato, pur non essendo una figura dei nostri territori, grazie a mons. Zenucchini.

Don Annibale è stato pure lui un profeta, un testimone che, come primo parroco, ha avuto l’importante missione di trasformare la nuova chiesa di San Giovanni Bosco in una comunità. 

Non è stato facile ma è riuscito nella sua missione grazia anche alla disponibilità delle persone che, lavorando insieme, sono riuscite a costituire una comunità. 

«Solo collaborando insieme verso un unico ideale sulla strada del Vangelo si può andare avanti nel cammino… un cammino fatto sempre insieme dove ognuno, nel suo piccolo e nel suo ambito, può essere un profeta ed un testimone».

Al termine i sacerdoti ed i presenti si sono spostati all’esterno della chiesa, di fronte all’ingresso, dove è stata inaugurata e benedetta una stele, realizzata dal marmista Grassi, in memoria dell’opera svolta da don Annibale Fostini affinché possa restare come testimonianza del suo essere profeta in mezzo alla comunità. 

Il sindaco Tiziano Belotti ha ricordato come, all’arrivo di don Annibale, la parrocchia fosse particolare perché in quella zona risiedevano le famiglie degli immigrati italiani che arrivavano da lontano. «Sul viale allora non c’era nulla – ha proseguito il sindaco – ma la parrocchia è sempre stata un punto di riferimento. 

Attualmente questo luogo è importante perché nel quartiere vivono immigrati che provengono da molti paesi del mondo e vi sono oltre 50 nazionalità rappresentate, ebbene… nonostante le diversità di credo e religione, la parrocchia di san Giovanni Bosco rappresenta un centro di aggregazione e relazione per i giovani ed una realtà di ascolto da parte del sacerdote. Don Annibale ha iniziato un percorso che ancor oggi è significativo e la sua opera sta continuando grazie a don Gianni Zini».

Emanuele Lopez