Chissa a quanti è capitato di provare verso qualcuno o qualcosa una forte attrazione, il dizionario la definisce “una spinta fisica oppure spirituale all’acco-stamento o al contatto”, la stessa suffragata spesso da spiccati sentimenti quali amore, simpatia, affetto, che attirano come calamita. Il passo successivo potrebbe essere l’uso di un curioso diminutivo o un buffo vezzeggiativo nei confronti di chi o cosa suscita tanta passione, non fa eccezione il luogo in cui si vive.
Ecco fare capolino i vari etto, uzzo, ino e via dicendo. Rovy o Rovat…uccio nostra compresa, specialmente desiderando dimostrarle tutto il nostro affetto per sentirla a noi vicina, un po’ come faremmo con un caro amico con cui si hanno molteplici affinità per gusti e temperamento.
È entusiasmante sentire la nostra bella capitale franciacortina e le sue impareggiabili frazioni al pari di grandi amici del cuore, per la pelle.
Presi dai nobili sentimenti viene spontaneo nonché doveroso mostrare rispetto e stima, evitando ogni comportamento che potrebbe danneggiarne anche solo una piccola parte. D’altronde, non faremmo altrettanto verso chi amiamo?
Che si preferisca chiamarla affettuosamente Rovatuccio o usare un inglesismo e strizzare l’occhio a Rovy essa comunque dimostrerà a tutti i suoi amici (quelli veri) la propria gratitudine dando sempre il meglio di sé, per farci sentire ancor più a casa nostra e venire la nostalgia, la voglia di tornarci tutte quelle volte che ci allontaniamo.
Giuseppe Agazzi