Devo ringraziare la signora Maddalena de Benedetti, che mi ha contattato mettendomi a conoscenza di una serie di cimeli della famiglia Bertuzzi da lei conservati, inclusi alcuni pezzi che riguardano un nostro storico sindaco: l’ing. Giovanni Bertuzzi, di cui campeggia ancora un grande quadro in Municipio (avremo occasione di parlarne).
Maddalena abita a Brescia, ma la sua bisnonna era Basilia Bertuzzi e come chiunque onori la memoria dei propri avi conservandone oggetti, fotografie o diari, anche lei serba in casa questi preziosi ricordi che, tuttavia, si rivelano essere pezzi di storia per un’intera comunità.
Tra gli oggetti di cui mi aveva accennato, c’è una statua di 90 cm di una Madonnina del Rosario a cui, dalla descrizione, ho associato subito il ricordo di un documento che trascrissi 10 anni fa: la cronaca di don Angelo Bianchi, primo parroco del Duomo. In una sua nota del 1933 questi aveva scritto: «La Statua della Madonna del Rosario: da immemorabili qui c’era una statua ridotta, la testa con appiccicati dei capelli, braccia snodate e punto fermo, solo uno scheletro per fermare sulla portantina. La statua veniva vestita con prezioso manto, ornato di collane d’oro e d’oro anelli. E quando era così ornata faceva ancora una discreta figura, che del resto era proprio di una faccia bruttina, e il bambino più bruttino ancora. Coltivavo da tre anni l’idea di sostituire la statua-ridotta con una statua di legno, in conformità anche alle prescrizioni liturgiche, ma che fosse eseguita da mano esperta. Intanto cercavo modelli, esaminavo bollettino-reclamo delle diverse Ditte di Val Gardena, la valle rinomata nell’arte sacra. Fermai la scelta sopra un modello della Ditta Obletter Giuseppe, Ortisei, S. Ulrico. Il contratto venne stipulato per corrispondenza postale. La somma di lire 1.400 è stata data dalle offerte delle uova degli anni 1932 – 1933. La statua è stata benedetta ed inaugurata il giorno 8 Ottobre 1933, e per la circostanza fu affidata l’esecuzione della musica in chiesa alla Sebola Cantorum dell’Orchestra Musicale di Rovato, diretta dal Canonico D. Emilio Verzelletti».
Ritengo, pur con qualche margine di dubbio, che quella posseduta da Maddalena sia la stessa statua di cui si accenna nel documento, la quale potrebbe essere anche antecedente al periodo in cui si fondò in paese la Confraternita del S. Rosario (1891). Credo sia pervenuta alla famiglia Bertuzzicome regalo dal parroco, dato che Nestore Bertuzzi (fratello di Basilia) era uno dei membri della Fabbriceria, persona di fiducia del sacerdote, e la famiglia aveva forse proposto di collocarla in una nicchia votiva che, a quanto pare, esisteva nei pressi della loro cascina.
Ma c’è di più. In un quadretto Maddalena conserva un sonetto del 1817, che la popolazione del paese ha dedicato “al merito singolare” della famiglia Bertuzzi, la quale aveva ottenuto le duereliquie della S. Croce in momenti diversi, cioè nel 1676 e nel 1744, come risulta dai documenti dell’archivio parrocchiale. La reliquia maggiore sarebbe la stessa che nei gravosi momenti dell’aprile 2020, quando tutti eravamo chiusi nelle nostre case, don Leonardo aveva portata da solo in processione durante la Settimana Santa, per benedire le famiglie che l’attendevano sull’uscio ed augurare a tutti la protezione dall’epidemia, che in quei giorni stava falcidiando anche questacontrada.
Alberto Fossadri