Il cammino delle otto comunità ecclesiastiche rovatesi è stato lungo e faticoso ma, grazie all’impegno di fedeli e sacerdoti, si è concretizzato con l’istituzione ufficiale avvenuta sabato 1° giugno, presso il santuario della Madonna di Santo Stefano, ad opera del vescovo sua eccellenza mons. Pierantonio Tremolada.
Santa Maria Assunta e San Giovanni Bosco per Rovato centro, Sant’Andrea, S. Giuseppe, S. Anna, S. Giovanni Bosco a Lodetto, Sacro Cuore di Gesù a Duomo e Santa Maria Annunciata alla Bargnana, sono le otto comunità parrocchiali che da tempo hanno iniziato questo percorso di avvicinamento.
Non poche le difficoltà da superare in quanto il cambio dell’organizzazione ecclesiastica ha portato ad una modifica sostanziale delle abitudini di sacerdoti e fedeli, oltre al superamento di radicati campanilismi presenti da decenni, per il raggiungimento di una gestione più unitaria pur nel rispetto delle singole realtà locali.
Il perché di un cambiamento così significativo ha diverse motivazioni di cui la principale, come spiegato più volte dal prevosto mons. Mario Metelli in varie riunioni, è la forte crisi vocazionale che ha colpito la Chiesa italiana, che vede la presenza di sacerdoti molto anziani e una forte riduzione degli stessi in quanto, data la tarda età, stanno venendo sempre più a mancare in molte parrocchie, senza la possibilità di poter essere sostituiti. Pur avendo la città di Rovato una buona presenza di preti è necessario, così come sta avvenendo in molte comunità cristiane internazionali, che i fedeli assumano sempre più un ruolo importante nella gestione delle singole parrocchie.
Il percorso di unione, partito concretamente dal settembre 2020, ha visto in primis una riforma e riorganizzazione dei consigli pastorali, un coinvolgimento maggiore dei fedeli con un’assunzione di incarichi a sostegno dei sacerdoti nella gestione operativa delle singole realtà; in seguito sono state organizzate maggiori iniziative ed eventi religiosi comuni che hanno interessato tutte le chiese del territorio.
L’istituzione ufficiale dell’Unità Pastorale si è svolta nel santuario della Madonna di Santo Stefano, da sempre ritenuta protettrice della comunità rovatese ed a cui è stata intitolata. In una chiesa gremita di fedeli, i sacerdoti hanno dato lettura del decreto di istituzione vescovile e della nomina di mons. Mario Metelli a coordinatore; successivamente anche i sacerdoti ed i fedeli rappresentanti delle singole parrocchie hanno apposto le loro firme. Presenti anche i massimi esponenti delle istituzioni civili: il sindaco Tiziano Belotti, la comandante della Polizia Locale Silvia Contrini, il comandante dei Carabinieri Antonio Marrazzo ed i rappresentanti di tutte le associazioni cittadine.
Successivamente, il corteo composto dal clero e da una grande presenza di fedeli, accompagnato dalla banda “Luigi Pezzana”, si è diretto verso la parrocchia di Santa Maria Assunta dove è stata celebrata la Santa Messa solenne.
Queste le parole di s.e. mons. Tremolada nell’omelia, riprendendo il vangelo di Marco precedentemente letto relativo all’ultima cena di Gesù: «Quando Gesù siede a tavola con i suoi discepoli prende il pane e lo spezza, non in due, ma in tante parti quanti sono i commensali; ne fa 12 pezzi, come il numero degli apostoli…questo vorrei sottolineare, è il Suo desiderio affinché ognuno ne riceva una parte, perché quello rappresenta il Suo corpo. È un vero e proprio atto di Comunione, rappresentato dall’Eucaristia; quando la Comunione è vera, non annulla l’identità di ciascuno. Fare Comunione, stare veramente insieme, non vuol dire essere tutti uguali e fare in modo che le differenze scompaiano. La Comunione suppone la diversità ed il rispetto della personalità di ciascuno. Essere in Comunione vuol dire valorizzare le caratteristiche di ognuno dentro un legame che unisce tutti. La Comunione non è facile ma è il grande compito della nostra vita. È lei che dà forma all’amore e lo vediamo nella famiglia. A volte è difficile perché si creano divisioni per egoismo a seguito dell’invidia, della gelosia e della superbia, che generano contrasti e liti. La Comunione è capace di rispettare ciascuno e creare legami profondi. Il segreto di tutto questo non viene da noi ma dal mistero Santo di Dio. L’Eucaristia è la strada che ci porta alla conciliazione ed a vivere come fratelli. L’Unità Pastorale è un modo di fare Comunione tra le parrocchie…se siamo veri cristiani è nostro dovere essere una comunità unita…e mi auguro di cuore che, questo cammino che ha portato all’Unità Pastorale, vi porti a vivere una unione fra parrocchie, dove l’identità delle singole comunità parrocchiali non viene annullata, ne mortificata ma, in una Comunione sincera, ogni realtà può dare un contributo fondamentale alla grande comunità cristiana rovatese».
L’istituzione delle Unità Pastorali rappresenta un passo epocale ed importante per la Chiesa Cattolica, chiamando i fedeli ad operare insieme “sul campo”. Come evidenziato dai sacerdoti, questo evento è da considerare non un punto di arrivo, ma di partenza, per continuare a costruire una Chiesa sempre più viva e sincera dove ognuno è chiamato, in base alle proprie capacità, a dare un contributo maggiore con una testimonianza più concreta e vera del messaggio evangelico.
Emanuele Lopez