Importanti significativi lavori stradali sul viale Franciacorta a Rovato. Bellissima arteria ai lati della quale svettano grossi vetusti alberi di tiglio; si snoda dal centro della città in direzione Iseo. Rettilineo di circa 500 metri che fatalmente invoglia non pochi conducenti di veicoli a velocità molto superiori, non solo a norme codificate, ma al buon senso comune.
Grosso problema che da decenni angustia cittadini e amministratori pubblici. Tanti gli incidenti stradali più o meno gravi.
Da fine giugno u.s. qualcosa di importante ha preso forma: con stupore e soddisfazione, al mattino dell’1° luglio corrente, chi si era trovato a transitare su tale strada ha constatato la “nascita” di quattro dossi artificiali atti alla riduzione della velocità. Manufatti creati nella notte, completi della necessaria segnaletica orizzontale, perfetti nella norma di legge. Ecco, proprio sbocciati nel buio come funghi distanziati l’un dall’altro a seconda delle necessità riscontrate. Davvero un gran bel lavoro costruito ad opera d’arte.
È un dovere espletare complimenti all’Amministrazione comunale che ha deciso e stanziato per un bisogno improrogabile. Dalla contro strada che a tratti scorre parallela divisa solo da un filare di tigli, quattro sono le strade confluenti sul viale Franciacorta. Ad appesantire i problemi del traffico, già da sé sempre molto intenso, la nuova farmacia sorta da poco, frequentata da tante persone che in loco arrivano con automezzi creando così problematiche di parcheggio. La velocità dei veicoli a 2 e 4 ruote in via Franciacorta è sempre stato un problema sin dall’anno 1960, periodo di inizio di costruzione di edifici e villaggi interi in quella zona.
All’inizio degli anni ’80, la Giunta comunale aveva deciso e deliberato di dotare il Comando di Polizia Municipale di radartachimetro, popolarmente conosciuto come multanova. L’apparecchio, di alta e primaria tecnologia costruito dalla ditta S.O.D.A. di Firenze, era valso allo scopo, seppur parzialmente.
In vigore in quegli anni il Codice della Strada D.P.R. n° 393 del 15-6-1959 nel quale non si parlava ancora di dossi artificiali, in Italia del tutto sconosciuti.
Poi la recrudescenza di velocità eccessive, mutò dal giorno alla notte. Fu così che, quando il Sindaco di Rovato G.B. Scalvi dispose che il misuratore dell’andatura fosse piazzato di notte in via Franciacorta, gli agenti comunali avevano accertato e verbalizzato velocità di auto-motomezzi persino di 145-147 Kmh. Eravamo nel 1991.
Finché arrivò il nuovo codice stradale nel Decreto legislativo del 4 aprile 1992 nel quale i dossi artificiali erano codificati.
Onestamente bisogna ricordare che Rovato fu uno dei primi Comuni a capire l’importanza di tale manufatto e non pochi ne sono stati creati nel cuore del centro, mentre altri in particolari strade periferiche. Ma, incredibilmente, viale Franciacorta fu sempre ignorato. Strano ma vero.
Dalla cronistoria arriviamo ai giorni nostri. “Non è mai troppo tardi!”, recita un detto, ed è per questo che l’Amministrazione comunale di Tiziano Belotti ha capito dell’urgenza del nuovo, decidendo e deliberando. Soprattutto – crediamo – constatando che a nulla era valsa la disposizione stradale che, anziché portare beneficio, ha invece creato ulteriori problemi, più pericoli e sacrosanti malumori a chi ha subito e ancor oggi subisce inesperienze altrui. La testardaggine è cattiva consigliera.
La materia stradale è studio, passione, capacità, esperienza.
Le opinioni non valgono. Bastava a chi di dovere fermarsi là dove necessita più volte, forse avrebbe capito. Non era necessario chinarsi e studiare su un tachigrafo per capire che l’unico intervento logico, valido è quello della moderazione della velocità dei veicoli, non all’obbligo della peregrinazione su altre strade. Incidenti ne capiteranno ancora di sicuro, è nella fatalità del traffico stradale e, cosa importante, dell’esistenza delle austere, stupende secolari piante di tiglio che problematiche creano. Ma la speranza è che la percentuale si abbassi significativamente, è proprio quello che dice chi rappresenta l’autorità municipale e tutta la cittadinanza che approva i lavori fatti. E noi, anche per conto di quelli, diciamo loro: grazie!
«Ho sognato… che i dossi di cui abbiamo scritto erano più alti di 15-20 millimetri; che gli stessi nelle ore notturne erano illuminati da una luce dall’alto per evidenziarli. Che meraviglia, davvero un’eccellenza! Ma forse stavo a Brooklyn…».
Tarcisio Mombelli