Nuovo e originalissimo progetto per il cantautore bresciano Daniele Gozzetti con il singolo “Blues run the game” una cover di Jackson C. Frank, accompagnato da un video – girato tra l’Ottava di Brescia e il Teatro San Carlo di Rovato – che ha come protagonista Abby Silva Gavezzoli, ballerina americana da poco trasferitasi in Italia della compagnia Parsons Dance di New York, una delle più importanti a livello internazionale.
Storie di destini incrociati fra musica e danza, lui: un cantautore dall’anima rock’n’roll che si cimenta con un brano classico del songwriting americano.
Lei: una ballerina professionista americana di successo trasferita per amore in Franciacorta.
A unirli nell’ispirazione, il trasporto di una canzone: “Blues run the Game”, celebre pezzo interpretato, fra gli altri, da artisti del calibro di Simon and Garfunkel, Nick Drake e i Counting Crows.
Un incontro quasi casuale, quello fra Daniele e Abby, da cui ha preso forma in maniera estremamente istintiva e spontanea il loro personalissimo, luminoso atto di “umana resistenza” al buio del lockdown.
Tra i settori più colpiti dalla pandemia c’è indubbiamente quello dell’arte e della cultura.
Ma nonostante le difficoltà nella lontananza forzata dal palcoscenico i due artisti hanno trovato lo stimolo per intraprendere nuovi progetti.
L’idea alla base del video (qui il link disponibile sulla piattaforma youtube www.youtube.com/watch?v=nIeqdu8A1O4&feature=emb_title) è stata quella di cogliere, attraverso le riprese di una performance dal vivo, i momenti di quello stesso processo creativo, in cui turbinano e si sviluppano idee che poi via via evolvono, si contaminano fra loro per assumere nuove forme.
Proprio come accade nella vita: un costante work in progress.
Ai due artisti va anche il grande merito di aver tolto dall’inesorabile polvere del tempo e dall’oblio Jackson C. Frank, che dopo il fulminante successo dell’album (ve lo consiglio vivamente) che porta il nome della canzone di cui stiamo parlando ebbe una vita scandita da continui momenti di ascesa e caduta, da perenni tentativi di risalire la china de-l’insuccesso sino al pesante e tragico declino personale.
A differenza di altri, però, Jackson C. Frank non è riuscito a far sì che il mondo si accorgesse del suo immenso talento, nemmeno dopo la sua morte: vale perciò la pena raccontare la storia di un artista che, con un solo album, ha ridefinito i canoni di un genere, anticipando di diversi anni ciò che il pubblico avrebbe accolto solo in seguito.
Un mito avvolto in egual misura dalla leggenda e dall’oblio, un eroe byroniano che lascia dietro di sé un capolavoro purtroppo ancora dimenticato, ma senz’altro imprescindibile.
Mauro Ferrari