La prima notizia in assoluto è che il Covid non ha fermato gli elettori; la voglia di elezioni era davvero nell’aria. L’affluenza delle Comunali rovatesi 2020 è stata del 65,49%: in calo solo di quasi un punto rispetto a cinque anni fa (era al 66,12%). L’affluenza del Referendum Costituzionale 2020 è stata invece più alta: ai seggi il 69,41%.
In sostanza tra Comunali e Referendum si sono persi circa il 4% dei voti.
Si tratta di un dato interessante; significa che una piccola fetta dei nostri concittadini – raggiunte le urne – hanno preferito non esprimersi rispetto al candidato e alla coalizione a cui affidare la Città per cinque anni.
La seconda eclatante notizia è che il Sindaco Tiziano Belotti, riuscendo nell’impresa di ricompattare il centro-destra rovatese, ha portato a casa ben 4.570 voti.
Non c’è stato quindi necessità ballottaggio.
Da segnalare anche l’exploit della Civica a sostegno del Sindaco uscente (156 le preferenze per l’ex Sindaco e Assessore uscente Roberta Martinelli) che supera con il 22,21% la Lega Nord (il partito forte all’interno della coalizione) giunta a quota 21,64% con Stefano Venturi tra i candidati più preferenziati (227 preferenze).
Ottima prestazione per Fratelli d’Italia guidata da Carlo Alberto Capoferri che con il 7,24% riporta la destra rovatese vicino all’8% (Senato) raggiunto nel 2006 dall’allora Alleanza Nazionale. 3,34%, infine per Forza Italia.
Con il 53,7% Belotti si riprende Rovato al primo turno sbaragliando gli avversari; più del doppio, infatti, i suoi voti rispetto alle civiche di centro-sinistra di Valentina Remonato (Rovato Vale, La Civica e Rovato 2020), che con 2.279 voti hanno ottenuto il 26,8%.
Risultato con pesante segno negativo rispetto al 35,52% incassato al primo turno dal centro-sinistra a guida PD di Angelo Bergomi nel 2015. Se poi ci addentriamo nei singoli risultati emerge un dato significativo: il Partito Democratico nel 2015 si attestava al 20,61% (18,27% al Senato) mentre La Civica, che ne raccoglie in qualche modo l’eredità – avendo al suo interno parecchi candidati Dem – si ferma oggi all’8,83%.
Rovato Vale sembra invece ritagliarsi indicativamente la stessa fetta di elettorato appartenente a Rovato Civica 11,81% oggi, 11,02% nel 2015. Chiude l’elenco Rovato 2020 che con il 5,42% si colloca in sostituzione della lista Rovato e Frazioni Insieme passata in altro schieramento ma con risultato medesimo: zero rappresentanti.
Molto lontano poi Renato Bonassi (958 voti, pari all’11,26%); nonostante il supporto di una coalizione composta da tre civiche, ossia RovatoW, Rovato e Frazioni Insieme e Rovato Futura non eguaglia i numeri raggiunti -nel 2015 – dalle liste in favore dell’allora candidato Sindaco Zafferri ovvero Semplicemente per Rovato e Rilanciamo Rovato (14,43%) che tra i candidati al consiglio comunale avevano lo stesso Bonassi.
Tra gli aspiranti Sindaco mono lista il miglior piazzamento è quello del giovane Alberto Piva – affacciatosi per la prima volta sulla scena politica rovatese – di Rovato Capitale (345 voti e 4,06%). Con 201 voti si registra il tonfo storico dell’ex-Sindaco Roberto Manenti (2,36%) abituato solitamente ai piani alti della classifica e a chiudere con 152 voti Maurizio Festa della L.i.g.a. (1,79%).
Questa la composizione del nuovo consiglio comunale: 10 consiglieri vanno al gruppo di maggioranza, composto dalla lista Tiziano Belotti Sindaco, Lega Rovato e da Fratelli d’Italia Rovato: Roberta Martinelli, Stefano Belotti, Elena Belleri, Daniele Lazzaroni, Eduart Caca, Stefano Venturi, Gabriella Pe, Gabriele Buffoli, Daniela Dotti e Carlo Alberto Capoferri.
6 consiglieri vanno invece al gruppo di minoranza composto da Rovato Vale, La Civica di Rovato, e RovatoW: Valentina Remonato, Stefano Fogliata, Elena Zoppi, Luciana Buffoli, Renato Bonassi e Andrea Giliberto. Nessun seggio per Alberto Piva di Rovato Capitale, Roberto Manenti e Maurizio Festa.
La terza notizia, infine, è la vittoria del SI al Referendum. Rispetto al quesito concernente la riduzione del numero dei parlamentari, si sono espressi 8.807 rovatesi (69,41%) dei quali 5.990 a favore del SI (69,08%) e 2.681 (30,92%) per il NO.
Un dato in linea – seppur con un leggero scostamento – con il dato nazionale ovvero il 69,64% in favore del SI e il 30,36% per il NO.
Cosa accadrà ora?
Si tratta della più importante modifica dell’assetto istituzionale nella storia della Repubblica italiana e sarà applicata dalle prossime elezioni: dunque nel 2023, se ovviamente si arriverà alla scadenza naturale di questa legislatura.
I seggi in Parlamento vengono ridotti di 345 unità: dagli attuali 945 scenderanno a 600.
Nel dettaglio, i deputati passeranno da 630 a 400 mentre i senatori da 315 diventeranno 200. Per quanto riguarda strettamente il nostro territorio, Brescia perderà così 4 parlamentari.
Mauro Ferrari