Gentile direttore di Paese Mio,
Siamo ormai a metà del 2023. Qualcuno a Rovato si pone la domanda sul quando, sul dove e sul come l’amministrazione comunale intende realizzare i lavori finanziati dal PNRR. Se ne parla tanto, ma di questi progetti, (area ex cinema Corso e area mercato) a tutt’oggi, non è dato sapere nulla di concreto. Ora, dato che queste realizzazioni, questi investimenti, queste opere insomma sarebbero destinate a durare più dei 5 anni in cui rimane in carica il sindaco della città, è legittimo chiedere cosa intende fare questa amministrazione comunale in proposito? Perché il punto è, se c’è l’intenzione di dare alla città di Rovato qualcosa di cui ha urgente bisogno oppure buttare il danaro in progetti privi di senso tanto per spendere danaro pubblico. La domanda viene spontanea anche perché Rovato (e chi l’ha amministrata) ha sempre avuto tempi di ricezione, di elaborazione e di realizzazione dei suoi progetti molto più lunghi della norma; basti pensare quanto tempo ha impiegato questa comunità a capire l’importanza della piazza del Vantini e avviarne il restauro (oggi non si parla che di quella)! E quanto tempo c’è voluto per realizzare il ponte sulle mura venete, lavoro che, proporzionalmente alla dimensione delle opere è stato lungo quasi come quello per il ponte sullo stretto di Messina … Possiamo capire ci siano state avversità nel corso dei lavori ma, se tanto darà tanto, sui tempi dei prossimi lavori dovremmo preoccuparci già da ora.
Per stare sul concreto. Si sono sentite voci che parlano di Museo … e i più aggiungono Museo del ferro battuto. Benissimo! A Rovato ha operato Caratti e la sua bottega dalla quale sono usciti eccellenti fabbri. Vorrei chiedere se oltre a questi operatori si vorrà tenere in considerazione il fatto che in questo ‘borgo della Franciacorta’ è nato Alessandro Bonvicino detto il Moretto, del quale in municipio, nell’ufficio del sindaco, c’è un bellissimo ritratto immaginario dipinto da Luigi Basiletti (1780-1859) di fatto il fondatore dei Civici Musei bresciani, esposto al Museo Lechi di Montichiari (A Basiletti fu dedicata una mostra nel 2016 , Scene di conversazione e ritratti,curata da Paolo Boifava e Bernardo Falconi). A Rovato è nato Filippo Brunelli (1812-1871), … “da antica e agiata famiglia,fu pittore e ritrattista di valore nonché ardente patriota” … come scrive lo storico Riccardo Lonati. E a Rovato l’artista ha lasciato opere. E’ nato Gerolamo Calca (1878-1957 del quale il comune di Rovato, con Cogeme e altri sponsor ha contribuito in anni recenti alla realizzazione della monografia. A Rovato una strada porta il suo nome. Ai tempi del sindaco Roberta Martinelli con l’assessore Simone Agnelli, nel palazzo del municipio, venne nominata la sala Gerolamo Calca e noi donammo opere. A Rovato è nato lo scultore Francesco Pezzoli (1855-1905) presente come Calca nei Civici Musei di Brescia. Di Pezzoli il comune possiede un nucleo di opere in gesso. Inoltre dello stesso nel suo (nostro paese) vi sono: due sculture in santo Stefano (angeli), una alla fondazione Don Gnocchi (Ettore Spalenza) una nella cappella liberty in santa Maria Assunta (Santa Margherita Maria) e due al cimitero Vantiniano; anche a Lui è dedicata una via del centro. Ancora, modenese ma rovatese d’adozione Marte Morselli (1907-1978) ha passato gran parte della sua vita fino alla morte nella nostra città operando come ritrattista, paesaggista e insegnante di molti di noi alla scuola Ricchino negli anni 60/70. Anche Lui presente in molte collezioni rovatesi e non solo. Angelo Barbieri(1867-1938) scultore, nato poverissimo tanto che negli archivi comunali una scheda del 1872 che lo riguarda dice “… non frequenta la scuola per miserabilita’…” poi, lavorando e studiando, riuscì a farsi un nome diventando uno dei più richiesti scultori, chiamato alla realizzazione di grandi gruppi marmorei e tombe di famiglia, sopratutto al monumentale di Bergamo, Brescia, Rovato … Chi non conosce la tomba in bronzo del pastore inginocchiato all’ingresso del cimitero Vantiniano nella nostra città ? (Con l’occasione vorrei ricordare alle autorità che la testa di schiavo, quel che resta di una scultura a grandezza naturale lasciata al comune di Rovato dal figlio Elso nel 1936 , e devastata anno dopo anno fino a ridursi alla sola testa, aspetta da 5 anni in biblioteca che le venga messa una copertura in vetro adeguata). Adeguata sistemazione aspettano Inoltre, 12 casse in legno contenenti gessi e bronzi inventariati dal sottoscritto su incarico del vicesindaco Simone Agnelli e 13 sculture in gesso e bronzo (copia dell’elenco agli atti 17 febb. 2015). Tutte donate al Comune dal figlio Elso. Sono opere che attendono una collocazione da un secolo quasi ! A Rovato lavorò per anni il torinese Pino Simonazzi (1905-1971) originario di Torino, a lungo ospitato e sostenuto dalla famiglia Rapizza, Cossu e da altri collezionisti rovatesi. Sempre qui, in piazza Cavour ebbe il suo studio Guerino Assoni (1915-1982) nativo di Capriolo e morto a Bergamo, famoso per i suoi portali di cattedrali e chiese, nonché ritrattista. Da poco ricordato dal comune di Capriolo dove ebbe i natali. Molte sue opere sono in collezioni rovatesi. E poi Luigi Ghidelli (1909-1977). Tino Galdini (1916-1985) … e altri. Lascio per ultimo Vincenzo de Barberis (1490-1551) che potrebbe aprire il catalogo. Pittore sul quale il nostro Giovanni Donni ha fatto più di una ricerca; nato a Rovato, anche se oggi Wikipedia lo da bresciano (qualche rovatese capace dovrebbe aggiornare Wikipedia). Stessa sorte del Moretto … e a pagarne le spese, in termini culturali, sarà ancora una volta la nostra città.
Dopo questo noioso elenco di autori la domanda è se si è pensato ad uno spazio adeguato ad accogliere le molte opere di questi artisti che oggi sono disperse più di prima? Dalle labirintiche sale del palazzo comunale alla biblioteca altrettanto labirintica. Sei anni fa Simone Agnelli, da assessore alla cultura, aveva designato due sale della nuova biblioteca : una per le opere di Francesco Pezzoli e una per Angelo Barbieri , con relative targhe e didascalie. No! qualcuno ha voluto devastare il tutto senza nessun criterio. Risultato, oggi sono ancora sparse dovunque invece di essere raccolte e sistemate una volta per tutte dalla città di Rovato. Non basta per una comunità essere definita città (civitas, comunità civilmente e razionalmente organizzata) bisogna esserlo.
Oltre a questo, nella nostra comunità, c’è un patrimonio di opere che potrebbero essere donate se Rovato si muovesse con un programma serio di raccolta e conservazione a cominciare da quello che potrebbe essere il nuovo spazio contenitore da realizzare. Ma come, quando, perché. E’ lecito saperlo ? Viceversa le opere se ne andranno a Chiari, Brescia, Montichiari … Erbusco, forse, appena qualche palazzo si renderà disponibile e verrà all’attenzione di autorità che avranno capito che non c’è solo il tornaconto economico, ma anche un qualcosa in più … La loro storia, il loro retroterra culturale, su cui appoggiare quella che è in gran parte un’invenzione di marketing, se pure ben riuscita. La Franciacorta.
Ancora mi chiedo com’è possibile che a Rovato, i sindaci e gli assessori che si sono succeduti, non abbiano pensato che fosse doveroso, e motivo di vanto, avere un dipinto di Marte Morselli, Di Filippo Brunelli, di Pino Simonazzi … quando con quattro soldi potevano comprarli per la comunità che al momento rappresentavano. Come invece molti privati, senza essere milionari, negli anni, hanno fatto.
Com’è possibile che il comune di Rovato non possa trovare persone capaci, preparate e volonterose, con la guida o le indicazioni di qualcuno, e procedere con elenchi, priorità e soprattutto decisione per definire un progetto di Galleria Civica (o museo se più piace la parola) che funga da guida e riferimento anche per gran parte della Franciacorta ? Ripeto, si aspetta che la decisione la prendano altri comuni e non la cosidetta capitale della Franciacorta, che è tale anche perché ebbe tanti artisti che la rappresentarono nella sua storia? Si aspetta che qualche collezione se ne vada per sempre, come in parte sta accadendo, così risolviamo il problema ? E’ forse per questa ragione che il sindaco ha dato a un’associazione privata l’unico palazzo storico disponibile per i rovatesi ? spazio come sede di raccolta (più o meno provvisoria) di opere e spazio multimediale per mostre temporanee? Parlo ovviamente dell’ ex biblioteca.
Ps. Anche quest’anno è cominciato il festival Filosofi lungo l’Oglio, festival oggi di livello nazionale ormai al quattordicesimo anno.Da Manerbio a Iseo, da Sarnico a Ospitaletto … Anni fa si tenne una serata del festival nel parco-cortile della nuova Biblioteca, gremito di pubblico. A proposito di piazza, non poteva essere il caso, visto che la piazza Rovato ce l’ha, e pure bella, che anche Rovato ne ospitasse una tappa ?
Beppe Bonetti