Giovanni Marchina, il pensionato che si riscopre artista
In un tranquillo angolo della Franciacorta, Marchina, ex impiegato ora in pensione, ha scoperto una nuova vita artistica nel suo secondo atto. Sotto il nome d’arte JeanClaude, ha riabbracciato la passione per la musica dopo ben trent’anni di silenzio. La chitarra, a lungo trascurata negli anni del lavoro, è tornata a far parte delle sue giornate e con essa la creatività ha ripreso a fluire.
Giovanni non è solo un ex lavoratore; è un cantautore che si sta facendo strada nella vivace scena musicale locale. Con oltre 20 brani già completati e in continua evoluzione, il suo repertorio spazia dal rock inglese alla musica leggera italiana. I suoi testi raccontano storie di amore, introspezione e le sfumature delle relazioni umane; temi universali che colpiscono, nel profondo, ascoltatori di diverse generazioni.
Due dei suoi pezzi più apprezzati sono “Rosa Camuna nel Tempo” e “Fiume che Vai”, dedicate rispettivamente alla bellezza del territorio locale e alle sue tradizioni. “Rosa Camuna nel Tempo” celebra le radici culturali della Lombardia attraverso immagini evocative e melodie che risuonano con nostalgia. In “Fiume che Vai”, JeanClaude incarna un senso di movimento e cambiamento attraverso il flusso dell’acqua, divenuto simbolo della vita stessa.
La sua storia non è solo quella di un uomo che riscopre una passione giovanile; rappresenta anche l’emblema della possibilità di reinventarsi a qualsiasi età. L’artista ricorda come la frenesia del lavoro avesse oscurato per anni la sua creatività: “C’era sempre qualcosa da fare, sempre impegni da rispettare, i sogni musicali erano stati messi da parte,” confessa con una punta di malinconia ma anche con orgoglio ed “ora posso finalmente dedicarmi a ciò che amo.”
L’approccio musicale di JeanClaude viene descritto come autentico e genuino, un artista capace di fondere sonorità classiche del rock con influenze della musica italiana contemporanea. Ogni brano racchiude emozioni profonde; l’amore viene esplorato nelle sue molteplici forme: dall’euforia alla tristezza, dalla speranza al lasciar andare. A poco a poco ha iniziato a costruire una comunità attorno alla sua musica. È chiaro che per lui non si tratta solo di suonare; significa anche creare connessioni significative attraverso le note delle sue canzoni. La sua capacità di coinvolgere chi ascolta fa sì che le sue esibizioni diventino momenti speciali per tutti.
I suoi amici lo sostengono: “Non ci siamo mai divertiti tanto. Porta energia positiva ovunque vada.” Anche se potrebbe sembrare un tranquillo pensionato dalla vita normale, ora vive l’esistenza dell’artista con entusiasmo rinnovato, un esempio straordinario per chiunque creda nella possibilità del cambiamento a qualsiasi età.
E mentre imbraccia la sua chitarra sotto le stelle nelle sere d’estate, non possiamo fare altro se non attendere ansiosamente i nuovi versi poetici che sgorgheranno dalla penna dell’uomo noto come JeanClaude. Così prenderanno forma nuove storie da raccontare, ognuna delle quali porterà un pezzo del suo viaggio personale e collettivo verso la riscoperta della bellezza della musica cantautorale.
Mauro Ferrari