Si è chiusa sabato 10 febbraio la serranda del primo negozio del commercio Equo e Solidale nato in provincia di Brescia e in Lombardia. La bottega rovatese, infatti, aprì nel lontano 1987 quando esperienze di questo tipo erano una sparuta minoranza in tutta Italia comprese alcune attività partite nello stesso periodo in Alto Adige. Ricordiamo che il primo tentativo di commercializzare beni in modo equo e solidale ebbe luogo nei mercati del nord Europa negli anni quaranta e cinquanta da parte di gruppi religiosi e di organizzazioni non governative (ONG) di vario orientamento politico. L’attuale movimento si formò in Europa negli anni sessanta. Il commercio equo e solidale veniva spesso visto, in quel periodo, come un gesto politico: movimenti di studenti radicali incominciarono a prendere di mira le società multinazionali. Lo slogan di quel periodo Trade not Aid (Commercio, non aiuti) ebbe il riconoscimento internazionale nel 1968, quando fu adottato dalla Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo (UNCTAD) per porre l’accento sull’istituzione di rapporti di commercio equo e solidale con il mondo in via di sviluppo. Le Botteghe del Mondo ebbero un ruolo fondamentale nel Movimento del Commercio Equo, sempre con la finalità di promozione e sviluppo, di creazione di collaborazioni, di dialogo, trasparenza e rispetto, e non di sfruttamento di chi è costretto a subire prezzi imposti dai grandi distributori. L’obiettivo: una grande equità nel commercio internazionale.
Tornando a Rovato, la prima sede fu quella di piazza Palestro; un piccolissimo negozio d’angolo che univa virtualmente – e non solo – l’Oratorio (distante pochi metri), il mondo del volontariato missionario religioso e la politica locale. Nel 1990 la bottega di Rovato veniva messa in standby mentre l’idea di mettere in collegamento diretto piccoli produttori del Sud del mondo con i mercati più ricchi del Nord, garantendo un’equa retribuzione e condizioni di vita e lavoro sostenibili, portò i volontari rovatesi, a creare la Cooperativa di solidarietà, arrivata poi con il passare degli anni a Brescia e in altri punti della nostra provincia.
Nel 2006, in Via Cantù 26 (zona Caporovato, tra via Gigli e via Bettini), coordinato dalla Cooperativa di Solidarietà di Brescia e dall’associazione giovanile “Il Dito e la Luna” riaprì il negozio con il nome “La Bottega dei Popoli” . L’ampliarsi della clientela portò, nel 2011, al trasferimento in uno spazio più consono in via Castello 15, di fronte alla Parrocchia di Santa Maria Assunta, con la presenza costante di una ventina di volontarie quasi unicamente rovatesi.Nel 2017 il Consiglio di Amministrazione della Cooperativa, per motivi economici e di mercato, decise di fondersi con la cooperativa sociale “Chico Mendes Altromercato “ operante a Milano, formando la più grande organizzazione di commercio equo e solidale della Lombardia e la seconda a livello nazionale. Tuttavia il “momento difficile che vive il commercio in generale e il mondo dell’equo in particolare” ha portato alla decisione non facile ma condivisa di cessare definitivamente l’attività. La speranza ora è che – come già avvenuto in passato – possa esserci nel prossimo futuro un nuovo inizio e non la parola fine nel destino della storica Bottega rovatese.
Mauro Ferrari