Professor Uboldi lei raccoglie il testimone della Professoressa Monica Franca Gozzini Turelli, che avevamo imparato a conoscere nel tempo, che Gigli trova al suo arrivo?
Negli ultimi anni il Gigli ha saputo ampliare la propria offerta formativa e innovare, offrendo più indirizzi di studio ma mantenendo anche l’identità di una comunità educante, attenta all’ap-prendimento degli alunni in quanto studenti ma anche alla loro crescita come futuri cittadini.
Questi aspetti sono stati ovviamente realizzati grazie all’impegno di molti ma credo che tutto questo sia frutto anche della lungimiranza di chi mi ha preceduto.
Inevitabile domanda rispetto al rischio Covid-19, vi sentite a posto dal punto di vista della sicurezza sanitaria?
Abbiamo lavorato sin dall’estate per organizzare e preparare il rientro: sistemazione aule, igienizzazione, organizzazione dei vari servizi ed orari.
E’ stato un lavoro intenso che ci ha consentito di aprire l’intero Istituto a tutti gli alunni in presenza: gli ingressi sono suddivisi su 4 cancelli e dieci porte, le aule consentono il distanziamento di un metro tra i vari alunni, le mascherine sono consegnate periodicamente a tutti. Insomma, un grande lavoro per garantire una scuola di qualità. Certo nessuna azione, per quanto precisa, garantisce il rischio zero: che nel corso del-l’anno uno studente o lavoratore della scuola sia contagiato potrà sempre accadere, si tratta di un rischio che la stessa apertura delle scuole implica necessariamente. Abbiamo però fatto tutto in modo che il rischio sia ridotto al minimo. Siamo anche pronti ad intervenire subito e attuare le procedure adeguate al fine di superare il pericolo e limitare il contagio.
Com’è andato, quindi, il primo giorno del Gigli post didattica a distanza? E’ stata un’emozione grandissima.
Per me un po’ come se anche questa volta fosse un mio primo giorno di scuola: nuovo istituto, nuovi docenti, nuova modalità di ingresso degli alunni e di organizzazione dell’orario. È stato il giorno in cui mettere alla prova tutto quanto si era pensato nelle settimane precedenti: tutto ha funzionato bene. Ma anche per studenti e personale è stato un primo giorno pieno di trepidazione: tutto si è svolto con la giusta attenzione ma anche con serenità poiché si trattava di riprendere un percorso interrotto a fine febbraio scorso adottando però nei propri comportamenti alcune cautele in più.
L’avvio è stato più o meno difficoltoso del previsto?
Direi un avvio impegnativo: aule da riorganizzare, tempi e modi di funzionamento da rivedere per garantire la sicurezza.
Anche quest’anno abbiamo dovuto adottare un orario parziale nei primi giorni (4 ore al giorno) perché attendiamo l’arrivo dei supplenti annuali: ma questa è purtroppo un’annosa questione della scuola italiana.
Sarebbe bello che per i docenti, come già avviene per i dirigenti scolastici, gli incarichi fossero triennali: sarebbe già un miglioramento notevole ed eviteremmo di ripartire ogni anno da capo.
Qual è il suo più grande desiderio per questa scuola?
Saper rispondere alle esigenze degli studenti e garantire una formazione che dia sbocchi lavorativi immediati o un’adeguata preparazione per affrontare l’università. Dovremo lavorare per garantire laboratori sempre adeguati e una didattica che sappia innovarsi, queste sarebbero le giuste risposte per preparare i nostri studenti al futuro.
Un consiglio ai suoi ragazzi e un augurio per l’anno scolastico in corso?
Agli studenti e alle studentesse auguro un anno ricco di apprendimenti, di conoscenza, di voglia di crescere insieme. A tutti noi di essere sempre attenti nei nostri comportamenti per superare l’emergenza Covid ma anche di non farsi sopraffare dalla paura.
Con l’impegno e l’atten-zione di tutti faremo un bell’anno scolastico.
Mauro Ferrari