E’ partita la macchina organizzativa per la grande mostra “Vincenzo Foppa e lo stendardo di Orzinuovi” che arrederà le sale della Rocca orceana dal 24 settembre al 31 marzo. Un percorso di rilievo per accompagnare Orzinuovi al 2023 ed essere protagonista nell’evento “Brescia e Bergamo capitali della cultura”.
Orzinuovi cavalcherà questa partita attraverso una mostra di alto valore artistico curata dallo storico dell’arte Roberto Consolandi. Il protagonista principale della mostra sarà lo stendardo del Foppa, quel famoso drappo che da 113 anni è lontano dalla sua patria orceana. Fu commissionato dal Comune di Orzinuovi a Vincenzo Foppa, uno dei più grandi artisti animatori del Rinascimento lombardo prima dell’arrivo di Leonardo da Vinci a Milano. I cittadini glielo chiesero per scongiurare una pestilenza che flagellava il paese, quando Foppa era già verso la fine della sua carriera artistica. Fu l’ultimo suo capolavoro, una sorta di testamento prima di lasciare questa terra nel 1515. Arte e sentimento di pari passo quindi ad accompagnare gli orceani in un viaggio alle loro radici e a scoprire uno stendardo che mai come ora è attuale nel suo essere simbolo di preghiera per allontanare la pandemia. Più volte peraltro storici e politici hanno ribadito e vantato l’orceanità di questo drappo, ma fino ad ora è stato impossibile toglierlo dalla Pinacoteca Tosio Martinengo, dove ormai è esposto da più di un secolo.
La mostra dedicata al Foppa porterà nella Rocca altri due grandi pezzi da novanta dell’artista lombardo. “I Tre crocifissi”, del 1456, concessi dall’Accademia Carrara di Bergamo, prima opera datata e firmata dal Foppa, e lo stacco della “Madonna del tappeto” datato 1485, a metà della sua carriera artistica, conservato nella Pinacoteca di Brera a Milano.
“Si tratta di un evento molto importante dal punto di vista artistico – commenta il sindaco Gianpietro Maffoni – che speriamo richiami in paese numerosi visitatori. La mostra mira a valorizzare e promuovere il patrimonio artistico-museale bresciano e nazionale, ma anche a riscoprire la storia, la cultura, le tradizioni del nostro territorio con l’ottica di una rinnovata attenzione internazionale per le nuove realtà storiche e sociali”.
La mostra sarà inoltre impreziosita da inediti. Si terranno performance artistiche e conferenze con interventi di esperti, studiosi e storici dell’arte del Rinascimento. Si coinvolgeranno i giovani come guide nei percorsi espositivi con borse di studio.
“La funzione è quella di proporre una mostra metalinguistica e interattiva – spiega il curatore Roberto Consolandi. – come in “una galleria a cielo aperto”, avvalorata dal fatto che lo Stendardo è “un’icona” che ha sempre fatto parte dell’immaginario collettivo della comunità di Orzinuovi, come se in maniera visionaria si mostrasse dal sotto in su ai balconi della piazza. L’opera aveva una funzione precisa, taumaturgica – continua Consolandi – era un’offerta votiva alla Vergine e ai santi protettori per debellare il terribile morbo della peste. L’obiettivo non è solo quello di esorcizzare la morte attraverso la bellezza e l’arte, ma ruota e si configura attorno al palinsesto dello Stendardo, ossia di un ex-voto che aveva valore liturgico, cultuale, spirituale, sacro e devozionale, in quanto veniva portato in processione per le vie della cittadina di Orzinuovi”. sp