4 novembre 1972: si registra la prima donazione di sangue effettuata da volontari dell’Orzi “più antica”. Dopo cinque decenni, dove le sacche di “oro rosso” sono aumentate sempre più, è tempo di festeggiare il primo mezzo secolo dell’AVIS di Orzivecchi. Celebrare significa prima di tutto ricordare, e cosa c’è di meglio, per rendere indelebile nella memoria di tutti, che un segno, un “simbolo” nel senso etimologico del termine, tangibile e visibile in un luogo caro, di fede e raccoglimento come il cimitero cittadino. Proprio presso il camposanto orceano, della sua Orzivecchi, ha trovato dimora l’ultima opera realizzata da Luciano Rizzi, geometra da sempre attivo nel mondo dell’edilizia e da altrettanto tempo appassionato di architettura. Ed è così che, in occasione dei festeggiamenti per il cinquantesimo, anche questa nuova installazione ha potuto, finalmente, vedere la luce. «Il progetto del monumento è scaturito dall’affetto e dalla gratitudine che ho sentito il dovere di porgere ai generosi donatori di sangue dell’AVIS, con particolare devozione e rispettoso ricordo per quelli che ci hanno lasciato per ricongiungersi a Dio, ai quali questo luogo sacro dona amorevolmente ospitalità e riposo – ha ribadito Rizzi durante l’inaugurazione – Il monumento è formato da un obelisco di forma tronco-piramidale sostenuto da uno snello basamento a sezione quadrata finemente decorato, realizzato in calcestruzzo armato con granaglia di diverse pezzature, per impastare il quale si è usato cemento bianco colorato in pasta con un tenue colore rosato». Realizzato, come da manuale per Rizzi, sempre guardando a modelli e soluzioni classicheggianti, questo elemento decorativo, che conserva certamente anche un fortissimo valore simbolico e identitario, è progettato per poter coesistere felicemente con gli altri monumenti presenti nel cimitero. La piazzola del monumento, poi, è circondata da sette lastre verticali in acciaio, sulle quali sono stati scritti e verranno progressivamente aggiunti i nomi dei benemeriti donatori di sangue defunti.
«Nell’elaborazione del progetto mi sono proposto di mettere in luce simbolicamente i caratteri peculiari ed evocativi dell’associazione che vuole commemorare e onorare – conclude Rizzi – Così ho cercato di interpretare nel mio animo i sentimenti della nostra comunità qui riunita». Altrettanto entusiastico è stato il commento di Angelo Arini, presidente dell’AVIS di Orzivecchi. «Il cinquantesimo anniversario di fondazione della nostra AVIS è stato un momento di grande importanza per tutti coloro che, nel corso dei decenni, dopo anni in cui le attività associative sono state caratterizzate da grandi difficoltà legate all’emergenza sanitaria, hanno voluto garantire il loro supporto e la loro partecipazione – ha commentato Arini – Il Direttivo ha ritenuto opportuno sostituire il precedente monumento con uno che potesse festeggiare questa importante ricorrenza e, al contempo, permettesse di aumentare lo spazio disponibile dove inserire i nomi di quegli avisini che, avendoci lasciati, manterranno qui memoria indelebile del loro grande spirito di servizio». La circostanza dell’inaugurazione è stata proprio la celebrazione del mezzo secolo d’attività dell’AVIS di Orzivecchi, ricorrenza che ha visto dipanarsi per le vie del paese un lungo corteo, accompagnato dalle note della banda musicale di Roccafranca, composto da autorità civili, dai rappresentati di ben diciotto AVIS consorelle del territorio, da numerosi avisini e loro famigliari e tanti altri concittadini. L’occasione, oltre che per la benedizione del nuovo monumento, è stata propizia anche per la consegna di circa novanta benemerenze ad altrettanti avisini meritevoli, a imperitura memoria del loro impegno e delle numerose donazioni effettuate negli anni.
Leonardo Binda