Spesso la bellezza si trova nei dettagli più inattesi e ne è la dimostrazione la cabina elettrica della sede degli Alpini di Orzinuovi, trasformata dai membri del “Laboratorio arte e marmellata” di Orzinuovi in un capolavoro di arte e inclusione.
Basta una passeggiata nel parco delle penne nere perché lo sguardo cada su una grande montagna costruita con minuziosa dovizia di particolari attraverso migliaia di tasselli su una cabina dell’Enel. E quale miglior tema, ci potremmo domandare, avrebbe potuto trovare spazio all’interno delle sede degli Alpini? Il mosaico colorato, dal titolo “Hoilallà”, è stato costruito dai membri del laboratorio Lam, uno spazio all’interno del centro Nolli da ormai 16 anni, in cui artisti professionisti collaborano con i ragazzi disabili e fragili. Così, grazie a un dialogo tra persone particolarmente sensibili e solidali quali Piero Almeoni, primo fondatore del Lam, la Fondazione Nolli, presieduta dal parroco don Domenico Amidani, e Mario Ferrari, presidente degli Alpini di Orzinuovi, la cabina elettrica, un cubo grigio e anonimo nel verde della campagna orceana, si è trasformata in uno strumento potente per qualificare la sede delle penne nere e per abbattere le barriere, diventando un simbolo di rinascita e insieme di partecipazione attiva. All’inaugurazione a metà ottobre erano presenti il senatore Gianpietro Maffoni, l’assessore Tiziana Brizzolari, il presidente del laboratorio, Piero Almeoni; Lina Condorelli, vicepresidente della Fondazione Nolli, e il consigliere della Fondazione Agostino Garda; Rosangela Donzelli, presidente della cooperativa La Nuvola e il gruppo Alpini. Il progetto, dal titolo ”Hoilallà”, è nato dalla collaborazione tra il Lam e il gruppo Alpini di Orzinuovi, abilmente guidato da Mario Ferrari, che ha offerto la cabina elettrica all’interno del parco come tela per un’opera d’arte. Ma non solo. Il Lam, con i suoi 22 artisti, è stato presente con una mostra di disegni e dipinti in Rocca a Orzinuovi, fino a sabato 2 novembre. Chi ha dipinto un tavolo, chi dei fiori, chi dei bambini. Qualcun altro si è inserito nel filone della Pop art e ha sapientemente raccolto in un collage titoli e articoli di riviste con quel sapore vintage che oggi va tanto di moda. Il risultato è stato un messaggio molto forte e chiaro: l’arte è un linguaggio universale, la creatività trascende ogni tipo di caratteristica individuale e soprattutto tutti hanno qualcosa di prezioso da condividere. Silvia Pasolini