La scorsa domenica 27 novembre, il centro storico di Orzinuovi è stato scosso dal rombo di centinaia di trattori e mezzi agricoli che, nel giro di poche ore, hanno occupato quasi tutto il “cuore” della città. L’occasione, puntuale come ogni anno, è stata la tradizionale Festa del Ringraziamento, organizzata dai Giovani Agricoltori Orceani, la quale, alla sua 17esima edizione, segna partecipazioni in continua crescita. Dopo la partenza, intorno alle ore 9, dal piazzale di via Altiero Spinelli, più di duecento tra trattori e altre macchine agricole si sono diretti alla volta di piazza Vittorio Emanuele II, in una sfilata mozzafiato, che ha emozionato tutti i presenti. Alle 11, poi, al rintocco delle campane, i protagonisti di questa celebrazione, che, nella sua “giovinezza”, custodisce in sé un eccezionale portato di tradizione e genuinità, si sono raccolti nella chiesa parrocchiale per assistere alla Messa officiata dal parroco, don Domenico Amidani, in occasione della quale sono stati offerti a Dio i doni del duro lavoro di centinaia e centinaia di agricoltori, giovani e meno giovani, da sempre fedeli alla terra e al territorio. È una festa che sa di campagna, che trasuda quell’inconfondibile profumo di sincerità e verità che sono valori intrinseci della cultura contadina, la quale, nel tempo, ha saputo cambiare, adattarsi allo “spirito del tempo”, senza però mai rinunciare alle sue solide basi d’ideali e convinzioni.
In seguito, come di consueto, i mezzi giunti in piazza sono stati benedetti, pronti per tornare nei campi a compiere il loro dovere.
In occasione delle celebrazioni, poi, c’è stato un momento molto toccante, durante il quale i tanti amici hanno voluto omaggiare la memoria di un grande giovane, prematuramente scomparso, Alberto Fusar Poli, anche lui persona dedita al duro lavoro, dal cuore generoso e dal sorriso affabile. Tirando uno striscione tra due trattori, con palloncini bianchi in mano e una pianta che poco dopo sarebbe stata piantumata sulle rive dell’Oglio, si è voluto così ricordare un ragazzo che tanto ha dato al prossimo, con umiltà e amicizia sincera.
«Siamo molto soddisfatti del risultato di questa edizione – hanno commentato gli organizzatori – La partecipazione è in continua crescita e ogni anno si fa sentire sempre con maggior forza il desiderio di commemorare tutti insieme un momento così importante per chi, come noi, ogni giorno vive appieno le fatiche e le gioie del lavoro nei campi. La speranza è che, il prossimo anno, si possa tornare anche a pranzare tutti insieme, in piena e totale sicurezza».
Un qualche ringraziamento è anche dovere nostro: mai dimenticare che senza i nostri agricoltori, senza nessuno che “si sporchi le mani”, le nostre tavole non abbonderebbero delle bontà che solo una terra generosa come la nostra, coltivata dalle sapienti mani dei suoi custodi, è capace di generare.
Leonardo Binda