Il Coronavirus ci ha investito, è come un ciclone che obbliga a ritirarci, ognuno nel proprio rifugio, in attesa che passi. Quando abbiamo saputo che, dopo le vacanze di Carnevale, la scuola sarebbe rimasta chiusa per tutta la settimana, immediatamente abbiamo cominciato a pensare a che cosa avremmo potuto mettere in atto per mantenere con i nostri alunni un collegamento, per continuare con loro un rapporto anche se a distanza.
Li abbiamo immaginati probabilmente chiusi in casa, in un primo momento esultanti per la vacanza inaspettata  ma poi annoiati e disorientati di fronte a una situazione di vuoto e di isolamento che rischia di prolungarsi. Fino a quando? Invece ci interessava far sentire che la scuola, questa scuola che vuol essere accoglienza e cura, continua a esserci e intende proseguire a occuparsi di loro offrendo momenti di contatto impegnato ma anche di semplice svago per trovare un modo di stare ancora insieme.

Così, insieme agli insegnanti divisi in piccoli gruppi, mantenendoci alla distanza prescritta, ci siamo trovati per cominciare a progettare e a produrre. L’idea delle lezioni online è stata subito accolta con entusiasmo dai docenti e, dal confronto, sono scaturiti pensieri e proposte che in questi giorni sono già arrivati nelle diverse abitazioni.

Siamo partiti da alcune convinzioni:

  • sappiamo bene che non possiamo pretendere di continuare il programma scolastico chiedendo agli alunni di imparare da soli nuovi concetti e nuove conoscenze ma ci fa piacere stare con loro nel consolidamento di abilità che già hanno acquisito e che ora possono provare ad applicare in autonomia. Tanto per tenere il cervello acceso, come dice spesso un’insegnante.
  • Siamo consapevoli che i bambini più piccoli a casa potrebbero anche non essere in grado di accedere alle attività che vengono proposte on line ed è per questo che chiediamo ai genitori, ai nonni, ai fratelli maggiori di aiutarli e di sostenerli realizzando loro, in presenza, la mediazione che le insegnanti in questo momento non possono gestire. Essere vicini, bambini, famiglia e scuola: anche questo è un modo per stare in alleanza.

Le proposte sotto forma di video o di lezioni nella classroom sono già in pieno svolgimento.

Per i più piccoli abbiamo scomodato un pirata capace di leggere filastrocche e di suggerire la costruzione di storie e di disegni; le singole maestre invece si sono improvvisate “cuoche” per dare istruzioni su come cucinare una torta a portata di bambino, ma anche “scienziate” per proporre esperimenti da sviluppare nel chiuso della propria cameretta. Tutti i giorni alcune proposte per agganciare tutti i bambini.

Per gli alunni della primaria le maestre hanno costruito lezioni in video che postano direttamente nel registro online e che sono visibili sul canale riservato di YouTube; i materiali di lavoro o ulteriori rimandi per approfondimenti o proposte di lettura vengono inviati direttamente a casa. Ogni giorno, come da cronoprogramma che alleghiamo, vengono garantite almeno 3 lezioni facenti riferimento a discipline diverse. Quasi come in classe.

Infine, per gli studenti della secondaria, che già utilizzano in classe l’IPad e hanno accesso ai libri on line, gli insegnanti hanno predisposto lezioni secondo due diverse modalità: proposte di lavoro sulla App ITunes U che già i ragazzi conoscono e sono in grado di gestire e lezioni guidate sui libri di testo on line che vengono consegnate agli alunni direttamente nella messaggistica di classe. Per loro addirittura 4 lezioni al giorno in modo da non trascurare nessuna disciplina.

Vogliamo rassicurare gli studenti: le nostre proposte di didattica a distanza non vogliono avere la pesantezza prescrittiva dei compiti da eseguire e poi da valutare ma sicuramente parlano alla responsabilità e alla consapevolezza di ciascun alunno: sta a ciascuno di loro decidere se sfruttare il tempo vuoto rendendolo pieno di letture e di pensieri, se vale la pena continuare il dialogo produttivo intrapreso con la scuola o se lasciarsi abbattere dalla paura e dalla noia.

Intanto, noi andiamo avanti a operare in remoto ma, siccome sentiamo la vostra mancanza, speriamo di potervi incontrare il più presto possibile. In presenza naturalmente, che è sicuramente meglio.Luciana Ferraboschi,
Dirigente Scolastica