È  il mese di Novembre e i nostri bambini delle classi V ABC si stanno cimentando col testo poetico, sono alle prese con rime, strofe e similitudini. Il 25 ricorre la Giornata contro la violenza sulle donne e allora provano a mettere in versi le loro emozioni, i loro sentimenti, le loro considerazioni. A questo punto, sarebbe lecito obiettare da parte di qualcuno: “Ma come? Non è troppo prematuro affrontare un tema tanto crudo con alunni così piccoli, ancora così facilmente impressionabili? Non sarebbe meglio procrastinare ad un’età più matura la trattazione di questo argomento come pure della Shoah, dell’abuso di alcol…?”.
Bruner diceva che si può spiegare qualsiasi cosa a qualsiasi bambino, persino i paradossi di Zenone -quindi la filosofia nella sua accezione più pura, purché lo si faccia con onestà intellettuale, cioè  tenendo conto delle strutture cognitive proprie della sua età. E quali sono allora le specificità, le peculiarità degli alunni che frequentano la Scuola Primaria? Qui ci viene in soccorso Vico, il quale definiva “eterne espressioni della scoperta infantile del mondo” le favole e la poesia, quella poesia spontanea ed intuitiva che guarda tutte le cose con aurorale meraviglia.
Ebbene, i bambini delle tre classi, ispirandosi a tristi fatti di cronaca e a testi di canzoni note,  producono tre poesie molto toccanti e significative, in cui rivelano maturità, sensibilità, spiccato senso di responsabilità, nonché una compiuta maestria nell’uso delle rime. Le tre classi interpretano, ognuna, la violenza secondo un singolare punto di vista: la 5A immagina che a scrivere sia un bambino che al mattino assimila il papà al suo gattino Pablo che fa le fusa, è dolce e affettuoso, mentre alla sera lo vede trasformarsi in un aguzzino, che sferra schiaffi e calci contro la sua donna adorata.
La 5B cede la parola ad una giovane sposa, delusa da quello stesso uomo che, in un giorno d’aprile, all’ombra di un campanile le aveva giurato eterno amore ed invece ora le sta arrecando solo profondo dolore.
La 5C ha il coraggio di interrogarsi su cosa debba essere l’amore ma, soprattutto, su cosa non debba essere: l’amore è un radioso sorriso, non un pugno sul viso; l’amore è mettersi nei panni dell’altro, è condivisione, non è desiderio di possesso e feroce ossessione.
Le tre poesie partecipano al concorso “Arte è donna”, bandito in quello stesso mese dall’Istituto Abba-Ballini, capofila per la Rete “A scuola contro la violenza sulle donne” e l’8 Marzo il testo scritto dalla 5A, dal titolo “Un cuore a metà”, si aggiudica il primo premio nella sezione narrativa e poesia su ben 135 elaborati esaminati dalla Commissione giudicatrice! Complimenti!
Con queste stesse poesie viene registrato un video, presentato alla riunione dei referenti del Progetto “Scuola amica”, promosso dall’UNICEF: ad esso viene tributato uno scrosciante applauso poiché, in primo luogo, ha promosso il protagonismo degli alunni, resi parte attiva del processo di apprendimento e non meri recettori passivi, biblioteche viventi ed, in secondo, ha predicato già in tenera età il rispetto dell’altro e delle regole della convivenza civile e democratica.
Il 30 marzo, infine, in occasione della serata finale del ciclo di incontri organizzati dall’associazione “Rete di Dafne”, in prima linea nella prevenzione e nel sostegno alla violenza contro le donne, i bambini delle tre classi declamano, con la sicurezza di attori provetti, i loro versi dinanzi ad un folto e commosso pubblico.
Se -come disse Nelson Mandela- l’educazione è l’arma più potente che si può usare per cambiare il mondo, allora noi tutti possiamo ben sperare in un futuro migliore anche grazie a voi, bambini delle classi V ABC, poiché ci avete dimostrato di essere già capaci di fare la differenza!

MARIA ROSARIA D’AMBROSIO