«Inoltre al fine di far cessare la pestilenza scatenatasi in questa terra di Orzinuovi, da parte dell’anzidetto Consiglio è stato deliberato a viva voce che la detta comunità per voto faccia eseguire uno stendardo dipinto con l’immagine di nostra Signora santa Maria, di san Rocco e di san Sebastiano a lode degli stessi, affinché ci siano propizi per scacciare la detta pestilenza».…. ad repellendam pestem.
In questo modo il testo integrale della provvisione s’affrancava il 16 agosto 1514 per essere dipinto da Vicenzo Foppa. Lo Stendardo era portato per le vie di Orzinuovi ancora sgarrupate della gran furia del 1512 di Gaston de Foix.
Fresca era la memoria del sangue sparso che la candida fede cercava di purificare. L’unico modo per sconfiggere il morbo era quello di solennizzare con processioni e digiuni con gli stessi san Bernardino e santa Caterina. Perdurava l’impeto della guerra, dell’esercito fra le case, i feriti, il correre di carri, tanto che gli ammorbati venivano gettati dalle finestre. Nelle vicine campagne si udivano grida, urla e gemiti. Non bastavano le Chiese e le Pievi a dare sepoltura. Tanti erano i morti che si scavavano fosse fuori le mura. Orribile era lo spettacolo; il resto lo facevano le malattie contagiose e la fame. Crebbe la devozione in Orzinuovi e nelle terre vicine nonostante l’afflizione e il travaglio. La forza guaritrice dello Stendardo sarebbe divenuta il lavacro per la comunità, alimentando dopo qualche decennio la prolissa narrazione della Passione di Cristo del frate minore Stefano Quinzani del convento dell’Osservanza di Orzinuovi: un vero «dramma» forse steso per una sacra rappresentazione scenica locale, per essere messo in azione da vari personaggi.
Che Orzinuovi stia traghettando nell’evento Brescia e Bergamo Capitale della cultura 2023 è pur vero, ma con la mostra “Vincenzo Foppa. Lo Stendardo di Orzinuovi” si sono aperti nuovi orizzonti dovuti a scoperte inedite, non solo storico artistiche, con la partecipazione di 21 studiosi di varie discipline. Le indagini diagnostiche, ad esempio, messe a frutto da Vincenzo Gheroldi e Sara Marazzani hanno contribuito a far conoscere le tecniche pittoriche e aggiungere valore alla figura dell’artista bresciano, mentore e caposcuola della pittura fra Umanesimo e Rinascimento in Lombardia.
La mostra dedicata a Marisa Dalai Emiliani, Professore Emerito di Storia dell’Arte Moderna all’Università La Sapienza di Roma, ha avuto una ricaduta non solo mediatica, un’affluenza dignitosa con presenze illustri e significative, con il plauso di “bellissima” dell’On. Prof. Vittorio Sgarbi, Sottosegretario di Stato al Ministero della Cultura, emozionato per l’allestimento e per le opere esposte, ma i fruitori più coinvolti sono state le studentesse e gli studenti di ogni ordine e grado, soprattutto i piccini delle scuole materne. Un’esperienza non da consumare e non a scopo lucrativo, con una finalità educativa, pedagogica e didattica, con uno spessore ed un obiettivo morale ed etico: educare con l’arte.
Lo sforzo è stato notevole e condiviso in appieno dall’Amministrazione Comunale e dalla Parrocchia di Orzinuovi. Come non riconoscere questo al Parroco don Domenico Amidani e al Sindaco, l’On. Sen. Gianpietro Maffoni, in quanto essi hanno creduto in primis al “Progetto Foppa”, e al Prof. Carlo Lombardi, Assessore alla Cultura, alla dott.ssa Laura Magli, Vicesindaco, al dott. Luca Bulla, Assessore alle Politiche Educative.
Riconoscenza e gratitudine spettano al Segretario Generale dott. Silvio Masullo, al personale degli Uffici comunali, all’Ing. Gianadrea Delindati, in particolare all’Ufficio Cultura e al Responsabile il dott. Gianfranco Antonelli.
Un viaggio temerario che lascia una traccia e forti testimonianze: un originale e un intelligente cortometraggio della regista Rosamaria Montalbano, un prezioso catalogo della Casa Editrice La Compagnia della Stampa Massetti-Rodella e una Sala Foppa Permanente allestita presso la Rocca San Giorgio di Orzinuovi.
Come avremmo potuto realizzare una mostra innovativa, interattiva e multimediale, definita da esperti sopraffini un esempio, un “Demo” da seguire senza il contributo degli Sponsor del territorio e delle Istituzioni?
La “Rievocazione processionale dello Stendardo” acquisisce un duplice valore d’identità spirituale, sacra e laica: quello di ringraziare la Vergine e i santi taumaturghi dopo il Covid-19 che ha falcidiato un numero considerevole di orceani, ma soprattutto che risplendano e ardano sui davanzali delle finestre e sui balconi le lampade di Pace. Ricordare, richiamare alla memoria la processione dello Stendardo diviene un atto di concordia umana per la salvezza dell’umanità, fra canti e preghiere, nel venerdì che anticipa la brezza primaverile della settimana Santa a Orzinuovi.
Il corteo processionale sarà presieduto dal Gruppo Alpini, seguiranno la Banda, il Sindaco e tutta l’Amministrazione di Orzinuovi, le Terre Basse con i corrispettivi gonfaloni, i Carabinieri e la Polizia locale, il Vicario del Vescovo con il Parroco e tutti i Sacerdoti, i bambini delle scuole elementari, i giovani e i ragazzi, le varie Associazioni e tutta la popolazione. Venerdì 31 marzo alle ore 20,30 si partirà dall’Oratorio Jolly per seguire in Via XXV Aprile, Via Cavour, Piazza Vittorio Emanuele II, ci si fermerà per la benedizione dello Stendardo sul sagrato della Parrocchia, si proseguirà per giungere in Piazza Garibaldi e chiudere sotto la Porta di Sant’Andrea con il coro degli Alpini che dedicherà alcuni brani alla Madonna. La mostra rimarrà aperta per l’occasione sino alle 23,00 con ingresso gratuito.
Orzinuovi, 15 marzo 2023
Roberto Consolandi