Nel corso degli anni l’attività antropica, che per vari motivi ha importato da diverse parti del Mondo numerose specie animali, ha fatto sì che fauna alloctona, e dunque presente in un dato territorio non in funzione di una naturale distribuzione ma appunto in virtù del-l’azione dell’uomo, entrasse a far parte di ecosistemi andando ad incrinarne l’equilibrio.
Così è successo per il Myocastor coypus, nel gergo conosciuto come nutria, importato dalle Americhe per farne pellicce e poi, una volta appurato il suo scarso appeal commerciale, liberato in una zona ideale per la vita di questo mammifero roditore e praticamente esente da predatori naturali. Una simile situazione s’è verificata anche nel caso del Silurus glanis, o pesce siluro, introdotto nei corsi d’acqua della Valpadana dai fiumi dell’Europa Orientale. L’impatto ambientale di questo “bestione”, che raggiunge generalmente tra l’uno e i due metri di lunghezza, è una delle questioni su cui Regione Lombardia, ed in particolare l’Asses-sorato retto del bresciano Fabio Rolfi, si sono concentrate in quella difficile opera di rinaturalizzazione del bacino del fiume Oglio, il cui originario assetto faunistico è stato ampiamente compromesso da inquinamento, introduzione di specie alloctone e attività umane in genere.
Proprio nel 2020, stando a dati freschi dei primi di gennaio, la collaborazione tra ente regionale e Parco Oglio Nord ha portato alla cattura e smaltimento di ben 448 esemplari lungo l’asta del fiume a fronte di un investimento complessivo di 150 mila euro investiti su tutto il territorio lombardo. “Dobbiamo tutelare la nostra ittiofauna, l’ecosistema e l’attività dei pescatori. In questi anni abbiamo concordato gli interventi con le associazioni di categoria e abbiamo avviato un coordinamento con le Regioni confinanti.
Il nostro obiettivo è quello di ridurre drasticamente la presenza del siluro nelle acque lombarde” ha commentato l’assessore Rolfi, a cui fa eco il Consigliere Regionale Federica Epis, che si dice “orgogliosa per i risultati ottenuti e per l’azione svolta della Regione e dal Parco Oglio Nord: i dati certificano che gli investimenti sul piano di contenimento stanno dando gli effetti attesi”.
Il progetto però non finisce qui.
Per incentivare la pesca del siluro e per cercare di creare un’attrattiva intorno a questo pesce, la Regione ha anche pensato ad un programma volto a garantire una valorizzazione commerciale alle sue carni, tanto che alcuni ristoranti, specie dell’area del Sebino, hanno già aggiunto nei propri menù proposte in tal senso.
Leonardo Binda