Nel corso degli ultimi anni la chirurgia protesica dell’anca e del ginocchio ha fatto passi da gigante grazie ad una sempre più attenta azione combinata tra diagnosi tecniche materiali e fisioterapia. Oggi sostituire un’articolazione è un’operazione nella stragrande maggioranza dei casi di sicura efficacia. Ne abbiamo parlato con il dott. Francesco Magli, Ortopedico e chirurgo attivo presso il Centro San Francesco.
Dott. Magli, quando si parla di chirurgia protesica dell’anca e del ginocchio, cosa s’intende con esattezza?
Questa espressione designa il processo operatorio che porta alla sostituzione dell’articolazione dell’anca o del ginocchio del paziente. Rappresenta oggi la miglior opzione disponibile per il paziente che presenta una severa invalidità con limitazione funzionale, non responsiva a cure conservative quali la fisioterapia, il trattamento farmacologico e/o infiltrativo.
Quali sono le principali cause che possono portare un paziente a doversi sottoporre all’impianto di una protesi?
L’artrosi è la principale causa di necessità clinica per la quale si rende necessario il ricorso alla chirurgia protesica. Principalmente l’artrosi viene definita primaria per predisposizione anatomico funzionali del paziente ed usura dell’articolazione, oppure può essere secondaria ad esiti di eventi traumatici.
A cosa serve, dunque, l’intervento?
La chirurgia è finalizzata al recupero e alla ripresa funzionale dell’articolazione: nel momento in cui ho esaurito ogni tentativo di un approccio “conservativo” senza successo è necessario passare alla sostituzione protesica. Non si tratta di un intervento di lieve entità, ma ad oggi, grazie al supporto essenziale di tecnologie all’avanguardia e recuperi funzionali avanzati, è una strada perfettamente percorribile e che prospetta una ripresa sicura e duratura.
Si tratta dunque di un intervento risolutivo al 100%?
Non propriamente. Agire chirurgicamente è parte di un percorso, uno step intermedio che presuppone un’attenta attività di programmazione e diagnostica e che comporta un necessario percorso riabilitativo. Insomma, non viene posizionata la protesi e il danno si può dire risolto: è necessaria un’attenzione più approfondita. Fortunatamente, qui al Centro San Francesco la possibilità di collaborare con team di professionisti e di seguire il paziente dall’inizio alla fine del proprio percorso gli garantisce delle ottime prospettive di guarigione.
Per maggiori informazioni, il dott. Magli visita presso il Centro San Francesco ad Orzinuovi, in via Puccini n. 20.
Tel. 030 943269
Leonardo Binda