Arrivare in cima alla montagna comodamente seduti in seggiovia o dopo aver camminato cinque ore? E’ necessario capire se l’obiettivo è essere in cima per primi o arrivarci grazie ai propri sforzi. Con questa metafora della montagna paragonata alla vita si è chiuso l’interessante incontro che ha visto in cattedra il medico e psicoterapeuta dell’età evolutiva Alberto Pellai, il qualeha lanciato un messaggio importante: gli adulti dovrebbero iniziare a ridurre l’accesso alle seggiovie e spingere i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze al sacrifico avventuroso, sotto il loro costante sguardo.
La vera sfida come genitori e comunità educante è proprio quella di decidere che tipo di educazione vogliamo impartire ai nostri figli, perché loro non si educano da soli. «Essere maldestri fa parte dell’età evolutiva, ma è necessario imparare dai propri errori, ed è qui che entra in gioco l’adulto che ti permette di rivedere l’errore. Tuttavia se questo intervento non c’è, se l’adulto non dà significato all’errore, può essere che il comportamento sbagliato si ripeta e diventi strutturale». Da qui la nascita del bullismo, che porta una persona ad attaccarne un’altra senza capire il male che procura e del pericoloso Cyberbullismo, tutto ciò che facciamo nell’online che ferisce l’altro.
«Spesso i figli si trovano a fare cose terribili nell’online senza alcuna consapevolezza perché nel virtuale sembra tutto per finta, anche cose che nella realtà sono veri e propri reati puntiti dalla legge. I figli nell’online si nutrono del peggior cibo per la mente, che normalizza cose che normali non sono, che non consente loro di attivarsi emotivamente davanti a qualcosa di sbagliato e, col tempo, desensibilizza.» ha spiegato il professore. Ed è proprio su questo vuoto empatico che il professor Pellai si è soffermato a lungo, ponendo anche l’attenzione sulle differenze che riguardano l’età evolutiva. Fino ai 13/14 anni i ragazzi e le ragazze hanno ancora bisogno di essere guardati dagli adulti, hanno bisogno di sentire lo sguardo dell’educatore in grado di incanalare i loro errori. I nostri figli crescono in un ambiente pieno di nutrimento patogeno; in questo caos non sono in grado di darsi un ordine o delle regole da soli. Loro cercano di capire dove si può arrivare, dove sta il limite e implicitamente attendono l’arrivo dell’adulto che deve porre il limite. L’emergenza educativa di oggi nasce proprio dal fatto che l’adulto spesso aumenta l‘iper-protezione fisica (ti accompagno là, ti aiuto a fare questo…) ma non si fa carico a pieno della responsabilità educativa, aumentando le istanze di dipendenza e non quelle di competenza. Ed è proprio all’interno di questo vuoto che si verificano gli episodi di bullismo che aumenta laddove vi è un potere vacante dell’adulto, dove si innescano meccanismi più agonistici che cooperativi; in un contesto culturale che insegna che chi ha il potere ha il successo e in cui è difficile percepire il limite perché in pochi educano alla percezione del confine. A chiusura dell’incontro Pellai ha spiegato: «Il tema dell’allenamento alla vita dei nostri figli ci sfida, io non ho risposte pronte posso solo fornire degli spunti di riflessione e parto dal fatto che gli adulti devono tornare a fornire una cornice che contenga la crescita, una cornice ricca di storie positive e testimonianze e in grado di offrire tanti campi da gioco, opportunità diverse perché non dobbiamo educare alla potenza, ma alla competenza e questa si costruisce insieme, adulto e ragazzo fianco a fianco».
La conferenza rientra nell’ambito del progetto di rete chiamato «Crescere buoni cittadini. Nessuno si educa da solo». Un percorso dedicato ad adulti (genitori ed educatori) e a ragazzi, che si propone di approfondire da diversi punti di vista il tema del bullismo, del cyberbullismo e della dipendenza da videogiochi. Il progetto ideato dal Comune di Orzinuovi, ha coinvolto tutte le realtà educative del territorio: il centro educativo Sacra Famiglia di Orzinuovi, che ha ospitato l’incontro, l’Istituto Comprensivo, il l’Istituto di Istruzione Superiore Grazio Cossali, la cooperativa Inchiostro, l’asilo Perla Junior e la Fondazione Bbo, comunità della Pianura Bresciana.