I nomi assegnati sin dalle epoche più remote ai nuclei abitati o alle aree agricole della campagna, ai monti, ai fiumi, ai boschi, alle strade…, , da parte delle comunità umane di ogni tempo e di ogni regione geografica, rappresentano senza dubbio una delle espressioni più tenaci e durature dello spirito e della cultura di un popolo che, nominando gli spazi della propria vita quotidiana, stabilisce con essi un rapporto di conoscenza e di familiarità da tramandare alle generazioni successive, in un perenne gioco di consegne e di rimandi giunto fino a noi.
Si è già visto come, anche in territorio bresciano, molti toponimi di epoca romana o di tradizione germanica, ad esempio, siano tuttora vitali e non mostrino alcun segno di senescenza, poiché riattualizzati ogni volta che vengono pronunciati: così Pompiano, Corzano, Rudiano, Quinzano, Calvisano, ecc. oppure Farfengo, Gottolengo, Ovanengo, Zurlengo… E, tuttavia, nel corso del tempo molti nomi di luogo sono scomparsi, oppure sono stati rinnovati o sostituiti da altri sopravvenuti nel frattempo e riaffermati sulla base di nuove condizioni, nuove esigenze, nuove culture, non di rado dettate da opportunità di tipo amministrativo, come è successo in molti casi a partire dall’Unità d’Italia in poi , ma anche in tempi molto recenti.
Nei primi anni Sessanta dell’Ottocento diversi comuni bresciani subirono una modificazione toponomastica per meglio identificarli e distinguerli da altri omonimi esistenti in Italia. Così nel 1862 Capriano divenne Capriano del Colle, Pavone assunse il nome di Pavone del Mella, Quinzano quello di Quinzano d’Oglio e Montechiaro si chiamò dapprima Montichiari sul Chiese e poi, dal 1877, semplicemente Montichiari. Nel 1863 il comune di Gerola fu ribattezzato Gerolanuova, finendo per essere aggregato a Pompiano nel 1928. Una netta sostituzione toponomastica subì, invece, sempre nel 1863, il comune di Gabiano o Gabbiano, un antico toponimo di origine romana (dal gentilizio Gabius + il suffisso -anus), che prese il nome di Borgo San Giacomo, in onore del santo patrono, dedicatario della chiesa parrocchiale. Nel 1864 l’antico toponimo di Castelnuovo (Castellonovo nel XII sec. e Castronovo ultra Mellam nel 1385) fu ridenominato Castel Mella. Solo nel 1964 il comune di Pedergnaga Oriano (che riuniva i precedenti comuni di Pedergnaga con Trignano e di Oriano) assunse il nome di San Paolo, in onore del papa Paolo VI, con la contemporanea istituzione della parrocchia intitolata a San Paolo apostolo. Ma già tra la fine del XIII secolo e l’inizio del XIV, l’antica località di Garbagnate, sorta lungo il medio corso del fiume Oglio, nei pressi di Rudiano, cambiò il suo nome in quello di Roccafranca, che resiste fino ad oggi. Ma, per restare in territorio bresciano e rivelare come un celebre toponimo odierno scaturisca da un’evidente storpiatura del nome di luogo originario, si potrà ricordare il medievale nome della località detta ‘Pons de Villa Daligni’: una frazione del vasto territorio comunale di Dalegno, il cui nome in breve venne trasformato in quello dell’attuale rinomata stazione turistica di Ponte di Legno.
Valerio Ferrari
La Fondazione Civiltà Bresciana onlus, con il sostegno di Regione Lombardia, cura la realizzazione dell’Atlante toponomastico bresciano i cui risultati vengono progressivamente resi pubblici e sono consultabili all’indirizzo web http://www.toponomasticabresciana.it/