Gent.mo Centro,

volevo esprimere alcune mie riflessioni che sono diventate motivo anche di disagio personale in merito alla situazione che stiamo vivendo ormai da un anno a questa parte. Mi ritengo una persona tendenzialmente ottimista o comunque che ha sempre cercato di vedere la parte del bicchiere mezza piena, pronta, nel caso di bisogno a dare anche supporto e sostegno ad amici e famigliari che stavano attraversando momenti di difficoltà. Durante il primo lockdown devo dire che mi sono fatta forza nel gestire ed affrontare la “reclusione” imposta e anche se con momenti di fatica, che non nego, tuttavia sono riuscita a mantenere un certo equilibrio e a non lasciarmi prendere dallo sconforto, dalla paura e dal panico. Al contrario, mi sono imposta una nuova routine, complice lo smart working che ho imparato a conoscere e per certi aspetti ad apprezzare; ero, in un certo senso, fiera e orgogliosa di me perché vedevo che tutto sommato le giornate le avevo organizzate e il mio stato d’animo era positivamente stabile. Ora la situazione purtroppo è cambiata; sono spaventata, stanca e demotivata. Faccio fatica a trovare stimoli nuovi. Non mi ci riconosco in questo atteggiamento negativo; sono arrabbiata con me stessa perché vorrei poter ritornare ad essere quella di sempre, con il sorriso sulle labbra, disponibile a dare sostegno e soprattutto ritornare ad essere ottimista. Mi chiedo come è possibile che mi sia successo questo; a volte fatico ad accettarmi in questa modalità quasi rassegnata che mi porta a chiudermi in me stessa, ma non so perchè non riesco a reagire. E’ come se fossi trascinata da una corrente; sono stufa di tutta questa situazione. Ce la farò? Come posso fare? Grazie e scusate per lo sfogo!

Marianna

Buongiorno Marianna quello che lei esprime credo sia un sentire comune e diffuso in questo momento storico, che si pensava fosse limitato ad alcuni mesi, ma che si è protratto più del previsto con conseguenze emotive che lei mette bene in evidenza. Non stupiscono infatti la stanchezza, lo sconforto e la demotivazione come reazioni legittime a quello che sta avvenendo; del resto in questo lungo periodo stiamo “subendo” una deprivazione che ci costringe a fare i conti con noi stessi, i nostri pensieri e sentimenti. Veniamo cioè da un periodo in cui la dimensione corporea e relazionale sono state congelate e ad essere messo a dura prova è proprio il nostro equilibrio psicofisico; la ricchezza di stimoli, a cui c’eravamo abituati e intorno a cui ruotava la nostra vita, ha subito una battuta d’arresto mettendo in crisi le certezze, tante o poche, in cui credevamo. Arrabbiarsi con se stessa non credo la faccia stare meglio né l’aiuti a trovare una possibile soluzione; più che contrastare delle sensazioni o delle emozioni che si stanno imponendo è importante accoglierle, accettarle per quello che sono poiché sono una reazione adattiva a quanto lei sta vivendo. Comprendere il loro peso nella sua vita, la loro intensità e se vi sono dei pensieri negativi che magari le alimentano oppure capire cosa è cambiato rispetto al primo lockdown, credo sia il passo seguente. Riconoscere i pensieri, le emozioni ed esserne consapevoli aiuta ad uscire dal pilota automatico evitando così di essere trascinati dalla corrente del fiume. In questo momento lei è come se fosse immersa nella corrente del fiume anziché essere seduta sulla sponda ad osservare con una mente vigile ciò che sta accadendo. Questo le consentirebbe non solo di pensare con più lucidità alle possibili alternative da mettere in atto, ma anche di ritrovare quell’energia che teme di non avere più. Infine mi permetto di suggerirle di coltivare un atteggiamento di gentilezza verso se stessa oltre che di coltivare emozioni positive perché questo rafforzerebbe la capacità di cambiare mentalità ed avere un atteggiamento di apertura, di flessibilità e di resilienza di fronte alle difficoltà. Coraggio! Vedrà che con pazienza e speranza saprà ripristinare quell’equilibrio che oggi le sembra di avere perso! Buon proseguimento!         

Dott Ettore Botti

Specialista dell’equipe psicopedagogica del Centro