La masticazione, azione che svolgiamo ogni giorno nelle più disparate sedi e che spesso consideriamo come del tutto scontata, costituisce una tra le attività in cui il nostro organismo è maggiormente coinvolto, insieme alla respirazione e alla locomozione.

Per riuscire a masticare un qualsiasi boccone di cibo andiamo ad attivare ben cinque diversi muscoli, nonché diverse articolazioni: anche il gesto che, all’apparenza, può sembrarci tra i più banali, a lungo andare può portare all’insorgenza di alcune problematiche.

Spesso, anche l’osteopatia costituisce un valido alleato per risolvere una vasta gamma di criticità, andando a stimolare – attraverso la manipolazione delle strutture coinvolte e il rilassamento dei muscoli masticatori – il corretto svolgimento di tale azione. Abbiamo fatto due chiacchiere in proposito con la dott.ssa Francesca Casassa, osteopata attiva presso la Clinica Piave di Orzinuovi.

Dottoressa, l’osteopatia costituisce disciplina di grande fascino: in che modo l’osteopata si approccia alle problematiche mandibolari?

L’osteopata riesce a valutare la funzionalità del complesso non solo mandibolare, ma dell’intera masticazione. Valuta la libertà di movimento dei muscoli masticatori, lingua, articolazioni tra mandibola e cranio, mandibola e ioide e le strutture collegate. 

Il professionista è in grado di capire se risulta necessario un intervento di un professionista medico come il dentista e riesce, poi, tramite tecniche dirette o indirette, a migliorare sintomi, liberare le strutture, aumentando la qualità della vita generale del paziente. Infatti, l’osteopata valuta e tratta la persona nell’insieme, non isola i singoli compartimenti.

Quali sono di norma le terapie che vengono adottate in merito?

L’osteopata che tratta in tecniche sia dirette che indirette come me esegue, per esempio, bilanciamenti fasciali su mandibola, mascellari, ioide e ossa temporali del cranio, oltre che tecniche funzionali e di inibizione su condili e muscoli masticatori, oppure anche tecniche di stretching della lingua. Con queste metodologie ripristina movimento, circolazione, nutrimento e libertà delle strutture. Vengono trattate altre “disfunzioni” se possono contribuire a creare problematiche sul complesso mandibolare.

Le malocclusioni spesso comportano anche dei disturbi correlati, talvolta più visibili ed evidenti: è possibile richiamarli rapidamente?

Dipende sempre dal singolo caso e da cosa contribuisce a mantenere la malocclosione. Può dipendere da un’eccessiva contrattura dei masseteri o muscoli pterigoidei, magari per problemi a livello diaframmatico che si riverberano sul digrignamento dei denti, oppure ancora problematiche di digestione, capaci di produrre sul collo e poi compenso dei muscoli anteriori del collo.

In base al singolo problema si può prevedere un tempo di recupero che va da una settimana a in genere alcuni mesi.

Oltre al miglioramento dell’attività masticatoria, l’approccio olistico dell’osteopatia può essere d’aiuto anche per guarire da altri disturbi?

Esattamente. Come dicevo, il professionista osteopata valuta la salute globale del corpo e punta a migliorarne la salute, sia in presenza di patologie conclamate, sia al fine di evitare l’evoluzione di posture errate o fibrotizzazione dei tessuti e, dunque, in sostanza, a scopo preventivo.

Infine, in caso di simili situazioni, come è bene comportarsi?

Se si soffre da più di un mese di dolori alla mandibola, collo, testa o spalla è bene consultare un medico per una diagnosi. In un secondo momento – qualora la competenza sia dentistica – il professionista potrà intervenire, potendo spesso fare affidamento anche all’ausilio della terapia osteopatica, sottoponendosi ad un ciclo di trattamenti, insieme ai quali verranno prescritti degli esercizi da fare a casa, monitorando di volta in volta i miglioramenti e collaborando con gli altri professionisti verso il maggior grado di salute possibile.

La dott.ssa Francesca Casassa visita presso la Clinica Piave a Orzinuovi, in via Altiero Spinelli, n. 13a.

Tel. 351 573 0645

Leonardo Binda