“In modo che questa Patria, dove prima gioiva, e baldanzosamente godevasi d’una sicurissima Pace, lontana da ogni sospetto di perturbazione, viddesi in un tratto rissoluta in lagrime, à piangere miseramente le sue calamità.
Fù di ciò cagione una Guerra civile, non poco importante nata frà li Conseglieri, e il Popolo, che aspirava al governo della Repubblica [cioè del comune di Orzinuovi] di cui erasi levato capo un Gia. Giacomo Gropetto”.
Inizia così la narrazione che il Codagli fa dell’episodio nella sua Historia orceana, libro VIII.
Ma cos’era accaduto di così grave da spingere il Nostro ad etichettare l’episodio con il termine poco rassicurante di Guerra civile?
La guerra civile e
le sue cause.
Si era verificata una sommossa del popolo che, stanco di dover solo obbedire senza avere alcun potere decisionale, si ribella ai Conseglieri del consiglio comunale, si arroga il diritto di controllare, di sindacare l’operato degli amministratori (“che loro dicevano il Sindicato”), chiede la revisione dei conti delle amministrazioni passate (“i conti dell’amministrationi de molt’Anni passati”), l’aumento del numero dei consiglieri (“l’accresci-mento de Conseglieri nel Senato [= consiglio comunale]”) e la modificazione di “molti altri Capitoli”.
Il Gropetto (ma anche: Groppetto, Gropetti, Groppetti, Giopetto), con l’appoggio di circa “quattro cento huomeni (da una carta fornitami da G. Ferrari che riporta tutti i nomi il numero esatto era 338)”, chiede che si dia una risposta alle richieste sopra citate.
In sostanza si domandava da parte dei “tumultuanti” la possibilità di controllare quanto era stato fatto dalle amministrazioni passate e la possibilità di decidere le scelte amministrative future: l’accrescimento del numero dei consiglieri avrebbe permesso l’accesso al consiglio comunale di “homines novi” non legati al gruppo di comando che fino ad allora aveva gestito le casse comunali.
In pratica una richiesta di democrazia allargata ad altre classi sociali.
Infatti, anche ad Orzinuovi, come in ogni grande o meno grande città della Terraferma veneziana, i consigli comunali, cioè l’organo di potere amministrativo delle varie comunità, erano diventati durante la seconda metà del ‘400 e per tutto il ‘500 espressione di alcune famiglie notabili, sostanzialmente una oligarchia che escludeva di fatto dalla gestione del potere gran parte della popolazione.
“Una serie di misure restrittive blocca lentamente l’accesso ai Consigli agli ‘homines novi’ tanto che la monopolizzazione delle assemblee e delle cariche pubbliche nelle mani di una élite è fatto compiuto già nel corso del ‘500 (P. Lanaro Sartori)”.
Nel periodo in questione “a Orzinuovi l’ammini-strazione della comunità è nelle mani di una oligarchia privilegiata (A. Rossini)”. È contro questa concezione oligarchica che il tumulto o sommossa capeggiata dal Gropetto si ribella.
Il fatto diventa ancora più preoccupante per Venezia in quanto la ribellione si allarga ad altre realtà comunali: “In Gabbiano [Borgo San Giacomo] altresì svegliossi quest’Anno, e in diversi altri luoghi, la medesima discordia”.
E non era la prima volta che il popolo orceano si ribellava. Il Codagli stesso ricorda, sebbene in poche righe, un altro episodio di “discordia civile” nel libro IV dell’Historia orceana: “Quindi, è che l’Anno seguente del MCCCCXC [1490] per rispetto delle taglie [= tributi, tasse] poste dalla Comunità al popolo, nacque una discordia civile non poco pericolosa”.
La datazione
della sommossa
Il lettore attento avrà notato che non ci sono date relative alla sommossa.
Prima che scatti il rimprovero nei confronti di chi scrive, lo voglio tranquillizzare: ho volutamente fino ad ora tralasciato la datazione, perché questa rappresenta un problema.
Niente di epocale, ma comunque un problema.
Ma procediamo con ordine.
Il Mor nella sua storia di Orzinuovi, pag. 90 del secondo volume scrive: “Il nostro Codagli (libro VII) … registrò una minacciata sommossa nel 1590 … Promossa da certo Giangiacomo Giopetto ecc.”.
A parte l’imprecisione della citazione del Codagli (libro VII per il più corretto libro VIII), è l’anno indicato, 1590, che suscita in chi scrive dei dubbi che ritengo fondati.
L’anno citato viene ripreso in seguito da altri studiosi anche recenti (A. Rossini scrive: “in un anno di grave carestia come il 1590, scoppia anche una sommossa” e nella nota a piè di pagina indica il Mor come fonte). Un’altra studiosa, P. Lanaro Sartori, citando il Codagli colloca la sommossa nell’anno 1582 (ma è probabilmente un refuso).
Gli anni 1582 o 1590 non si possono ricavare dalla lettura del Codagli.
Inoltre documenti certi smentiscono le due datazioni. Vediamo.
Le rivendicazioni dell’orga-nismo di controllo organizzato dal Gropetto con l’appoggio di 338 uomini di Orzinuovi, vengono respinte dai consiglieri in carica.
Si porta allora all’attenzione del Consiglio dei X a Venezia la causa, dove verrà lungamente (alcuni anni) discussa e che si concluderà con la sconfitta del sindacato del Gropetto (“Riportata dipoi la causa in Venetia, avanti l’Eccelso Conseglio de X e lungamente disputata fù in fine tagliato il Sindicato, ne s’alterò il numero altramente de consiglieri ch’averebbe ad ogni modo con la moltitudine potuto cagionare grandissima confusione”).
Il 30 agosto 1588 il Consiglio dei X invia una ducale (= lettera) alli Sindici in terra ferma (= magistratura straordinaria veneziana tra i cui compiti c’era quello di perseguire gli amministratori disonesti); nella lettera si sconfessa l’operato dei detti Sindici di sostanziale fiancheggiamento del movimento di Gropetto (“ed in virtù d’un vostro atto di 15 del medesimo [mese, cioè agosto], si è ridotto anche con la presenza Vostra un Sindicato… avendo per nullo quanto è stato fatto con detto Sindicato”) in quanto contrario a certi privilegi concessi in passato alla comunità di Orzi (“non potendo Voi impedirvi nelle cose dipendenti da privilegi in prima acquisizione”). Il Consiglio dei X esclude poi categoricamente la soluzione sostenuta dal Sindicato del Gropetto che sia il Provveditore a controllare i conti, perché la funzione di controllo spetta al Podestà di Orzi, in virtù di un accordo intercorso tra Brescia e Venezia nel 1490 (“nel qual Sindicato… vien deliberato, che il detto Proveditor Nostro degli Orzi abbia autorità di veder conti, e far diverse altre operazioni, che aspettano al Podestà di quella Terra mandato dalla Magnifica, e fedelissima Città Nostra di Brescia per la regolazione fatta col Conseglio Nostro di Dieci l’anno 1490”).
È evidente che nell’agosto del 1588 le azioni di ribellione del Gropetto e del suo Sindicato fossero già avvenute.
Fu guerra civile?
C’è chi ha visto nell’episo-dio una sommossa stroncata nel sangue dai soldati inviati dal Capitano di Brescia. Non sono finora riuscito a rintracciare documenti in grado di confermare l’esito cruento del tumulto.
Anzi i documenti a me noti tendono ad escludere questo esito.
Codagli, che possiamo considerare un testimonio oculare in quanto pubblica la sua Historia nel 1592, ci informa che “mancò poco non si venisse à un sanguinoso conflitto”.
La stessa ducale del 1588 contiene un passaggio che tenderebbe ad escludere l’esito cruento, quando parlando della costituzione del Sindacato del Gropetto, evento mai visto a Orzi (“che mai più è stato fatto in quella Terra”) avverte che l’evento potrebbe sfociare in qualche pericoloso sommovimento (“e con pericolo di qualche moto”).
Anche in un’altra ducale del 23 gennaio 1588 more veneto, quindi 1589, non ci sono elementi da far inferire qualche fatto di sangue: il Consiglio dei X ascolta a Venezia il Gropetto che difende le proprie ragioni, dandogli comunque torto. Difficile pensare che il Gropetto potesse agire come ha agito se ci fossero stati episodi cruenti passati o in corso.