Esaurite (si fa per dire) le informazioni e le curiosità legate agli Statuti Viscontei del 1341, inizieremo con questo articolo la trattazione del lungo periodo durante il quale Orzi è parte, anche importante, del dominio veneto. Vediamo questo periodo in estrema sintesi (molto estrema).
1427, battaglia di Maclodio.
Nei primi decenni del ‘400 Orzinuovi è dominio visconteo.
Nel 1427, la battaglia di Maclodio, tra l’esercito veneziano al comando di Francesco Bussone detto il Carmagnola e l’esercito di Filippo Maria Visconti, vinta dai Veneziani, segna per Orzi l’inizio della dominazione veneta che si protrarrà pressoché ininterrottamente fino al 1797, con la fine della Repubblica Serenissima.
1427 – 1454 e la pace di Lodi.
Durante questo periodo si hanno ancora brevi parentesi di dominazione viscontea.
È il periodo in cui i tentativi revanscisti dei Visconti rendono l’Italia settentrionale e, segnatamente, la Lombardia teatro di una serie di battaglie (guerre di Lombardia).
Con la pace di Lodi del 1454, che procurò un quarantennio di sostanziale pace tra i maggiori stati italiani e che permise lo sbocciare dell’arte rinascimentale, Orzinuovi entra stabilmente nel dominio veneziano.
Legato a questo periodo, il Codagli, nella sua Historia (pag. 70), narra di un duello tra Cesare Martinengo, in un primo tempo fiancheggiatore dei Visconti, poi passato con Venezia, e il capitano visconteo Ciarbellone.
Questi aveva effettuato interventi idraulici sull’Oglio che procuravano “gran-dissimo danno delle sue possessioni [del Martinengo], e assai manifesto pericolo de gl’habitanti di Barcho, [e] cagionavano l’inondazione dell’acque, et allagavano tutto il tenire di quel Castello”.
Lo scontro avvenuto l’8 febbraio 1433 in una località vicino all’Oglio davanti ai due eserciti, si risolse a favore del Martinengo. Il Mor (vol. 2, pagg. 108-109) colloca l’episodio nel 1454, senza però fornire documentazione, e suggerisce la cascina Livelli come campo del duello.
1509 – 1512, la lega di Cambrai, la battaglia di Agnadello e la lega Santa.
All’inizio del XVI secolo Orzinuovi conobbe brevissimi periodi di dominazione francese e anche spagnola. Infatti la politica espansionistica della Serenissima mette in allarme gli altri stati della penisola e principalmente lo Stato Pontificio.
Il papa Giulio II organizza una lega di stati contro l’espansionismo veneziano: la lega di Cambrai (così chiamata dalla cittadina a nord della Francia, a pochi chilometri dal Belgio, in cui si firmò il Trattato nel 1508).
A detta lega aderiscono la Spagna, la Francia, l’Impero degli Asburgo, lo Stato pontificio e altri piccoli stati italiani.
Il progetto mira a disarticolare il dominio veneziano: “era stato deliberato, che quasi tutto il Dominio, di quella invitissima Signoria fusse dimembrato – Codagli pag. 119”.
Alla Francia, che già si era insediata a Milano cacciando Ludovico il Moro, è prevista la concessione di “Cremona, et la Giara d’Adda, Brescia, Pontevico gl’Orci, Bergamo, e Crema – Codagli pag. 119”.
La battaglia di Agnadello nel 1509 vede la sconfitta di Venezia da parte dell’esercito francese: una vera disfatta che permette ai francesi di impadronirsi anche di Bergamo, Orzi e Brescia.
Venezia riesce comunque ad riorganizzarsi e stringe un’alleanza con Giulio II (la lega Santa, 1511), che, nella presenza sempre più minacciosa dei francesi nel nord Italia, vedeva un pericolo per i propri territori. Venezia riacquista, in parte, i territori che aveva perso: Brescia, Bergamo e Crema. La fortezza di Orzi rimane preda ambita dei due schieramenti al punto che il Codagli constata amaramente che “gl’Orceani, all’impeto di cosi grandi Esserciti non potendo resistere, deposte l’arme, lasciassero aperto l’ingresso ad ogn’uno, e che perciò, trè volte in un giorno cangiassero Imperio”.
Tra questi pirotecnici cambi di dominazione il Codagli ne ricorda uno spagnolo: “ritrovo che pervenne gl’Orci in potere de Spagnuoli”.
Secondo il Nostro l’epi-sodio spagnolo coincide con la massima diffusione di un contagio pestilenziale: “sotto il cui magistrato [spagnolo] haveva il morbo fatto si formidabile progresso, che più non se gli poteva reparare. Indi piene erano le case de feriti, correvano intorno le carette de gl’ammorbati, gettavansi dalle fenestre, e corpi morti, empievansi le vicine Campagne de’ Capanette, udivansi d’ogn’in-torno gemiti, voci grida, e d’urli, ne bastavano le Chiese ò Pieve sacre, à dar sepoltura à tante creature ch’ogni di perivano”. Inutili i tentativi veneziani di recuperare anche Cremona, che era entrata nel dominio veneziano da circa un decennio.
Da qui in poi, cioè fino al 1797, quando la Repubblica di Venezia cesserà di esistere (trattato di Campoformio, esecrato dal Foscolo: “Il sacrificio della patria nostra è consumato: tutto è perduto; e la vita, seppure ne verrà concessa, non ci resterà che per piangere le nostre sciagure, e la nostra infamia”, lettera del 11 ottobre 1797 di Jacopo Ortis), Orzinuovi non conoscerà altre dominazioni, diventando la “punta di diamante” del sistema difensivo veneto.
Negli articoli che seguiranno, avremo modo di conoscere più in dettaglio fatti, istituzioni, documenti relativi al lungo periodo veneziano: dalle magistrature apicali del governo e della amministrazione del Comune, alle istituzioni della Serenissima con i loro documenti, ai fatti salienti della fortezza, alle problematiche insite nello status di fortezza proprio di Orzinuovi. E altro ancora.
Le figure allegate.
Pergamena con decreto del 6 maggio 1421 di Filippo Maria Visconti e particolare.
Il documento inedito (credo) è l’atto con cui si dichiara la separazione giurisdizionale di Orzinuovi da Brescia.
L’ho recuperato pochi giorni orsono nell’Archivio di Stato di Brescia insieme ad altri documenti del periodo. Non ho ancora avuto modo né tempo di trascriverlo, preferendo intervenire su altri atti funzionali ad uno studio, giunto quasi al termine, che spero di pubblicare.
La trascrizione prevede lo scioglimento delle abbreviature che caratterizzano gli atti notarili dell’epoca (es. mixt et sta per mixtum, abbreviatura per troncamento; fati domini sta per prefati domini, abbreviatura per contrazione). Ho isolato nel particolare la dizione “merum et mixtu[m] imperium”, concetto che in parole povere (molto povere) significa autonomia giurisdizionale per il nostro comune.