Se qualcuno sostenesse sotto i portici della nostra bellissima piazza che “Orzinuovi è una città boschiva” rischierebbe di essere preso per pazzo. Eppure, a ben guardare, si limiterebbe a mettere in luce un fatto estremamente reale: il territorio della “capitale della Bassa”, per quanto possa sembrarci strano, è ampiamente coperto da distese verdi, che si tratti di campi agricoli, riserve naturali o boschi perenni.
Insomma, senza voler dar adito a sussulti – qualche albero in più piacerebbe a tutti! – possiamo affermare che Orzinuovi e le comunità limitrofe godono di ottimi sistemi di compensazione ambientale, favorirti dalla presenza di realtà virtuose, proprio come il nostro Parco Oglio Nord, ente nato con il preciso obiettivo di tutelare la biodiversità, difendere un territorio estremamente fecondo e, al contempo, disciplinare tutte le attività antropiche che vengono svolte entro i propri confini. Un bilancio che, come al solito, può sempre essere migliorato e implementato in ogni sua componente.
«Oggi più che mai il binomio tra “bosco” e “città” è divenuto oggetto di dibattito e confronto – spiegano il presidente del Parco Ferrari e la direttrice Ploia – Alla luce delle conseguenze dei cambiamenti climatici, sempre più pervasive e foriere di danni di notevole intensità, l’idea di pensare al “bosco” come un “ambiente sociale” è questione dirimente della quotidianità di ognuno di noi: non solo perché luogo di riposo, di divertimento e di aggregazione, ma anche e soprattutto perché presidio di biodiversità e polmone verde che ingurgita ogni giorno tonnellate di anidride carbonica prodotta dalle nostre auto, dalle nostre case e dalle nostre attività». Un binomio per l’appunto inscindibile, che trae la sua forza proprio dalla necessità di mitigare lo sviluppo urbano ed economico, rendendolo multidirezionale, non focalizzato solo all’antropizzazione, all’aumento della produttività e al consumo di suolo.
«La presenza di boschi nei centri abitati è elemento di compensazione degli stati di inquinamento particolarmente intensi nelle aree metropolitane, nonché contribuisce alla fisionomia dei paesaggi urbani e fornisce utilità anche sul piano economico, sociale e culturale – continuano – È proprio in questi contesti mutevoli dove è necessaria la coesistenza e il rispetto delle varie componenti, sia antropiche sia naturali. Il rapporto tra bosco e città si basa su un dare e avere senza però che nessuna delle due parti prenda il sopravvento». In medio stat virtus, del resto: non ai posteri, ma ai contemporanei l’ardua sentenza, non senza qualche preziosa riflessione: per meglio farsi un’idea degli sviluppi internazionali degli studi sul rapporto tra città e superfici verdi, occasione veramente preziosa sarà il convegno, in programma il prossimo 14 novembre presso la Casa della Musica di Palazzolo sull’Oglio dalle ore 20.30, ove interverrà il noto botanico e accademico prof. Stefano Mancuso.
Leonardo Binda