Cerimonie in municipio e in chiesa che smettono di crescere. Anche a Orzinuovi come nel resto d’Italia non ci si sposa più. Aggredite da un disincanto ogni anno più intenso, le nozze stanno avendo un calo preoccupante, non solo sul versante religioso.
Le nozze civili e in chiesa nel 2021 sono state in tutto ventidue a Orzinuovi. Tere in più rispetto al 2019, ma nell’anno precedente, il 2020, fortemente frenato dalla pandemia, i risultati sono stati davvero bassi, con solo undici coppie che hanno detto sì per sempre.
I matrimoni civili, dopo un’impennata verso il 2010, sono rimasti poi sostanzialmente invariati su una media di circa quindici all’anno fino al 2019, quando anche per il sì in Comune è iniziata la crisi. “L’anno scorso sono stati dieci e nel 2020 abbiamo sposato sei coppie in tutto. Sicuramente il lockdown ha contribuito a determinare la diminuzione delle nozze in municipio, ma la realtà è che sempre più giovani preferiscono convivere e rinunciare all’anello al dito. Sposarsi implica la capacità di assumere un impegno ben preciso con un progetto a lungo termine e sacrifici per i quali molte persone purtroppo non si sentono più preparate – ci riferisce il vicesindaco Laura Magli.
Ma anche i fiori d’arancio e la marcia di Mendelssohn sono sempre più rari in chiesa ad Orzinuovi. Nel 2019 i matrimoni religiosi erano stati sette. Nell’anno buio della pandemia hanno toccato la cifra di cinque, per poi recuperare nel 2021 con dodici coppie che hanno detto sì davanti all’altare. Ma sempre numeri bassi, secondo il parroco don Domenico Amidani, se si considera che quindici anni fa, nel 2007 i matrimoni religiosi erano stati ventitré, tanti quanti negli ultimi tre anni messi assieme.
L’anno di svolta è stato il 2015 quando i matrimoni sull’altare, fino ad allora sempre in testa alla graduatoria, hanno toccato il numero di quelli civili: quinduci ciascuno. Tendenza mantenutasi stabile anche nel 2016, prima di lasciare il passo al crollo dei riti religiosi. Tuttavia neppure le nozze civili a Orzinuovi hanno conosciuto un’impennata negli ultimi anni. Dopo aver visto un aumento circa dieci anni fa, restano sostanzialmente invariate dal 2012, attorno ad un numero di quindici all’anno.
Il motivo? “I giovani preferiscono convivere – ci ha riferito il parroco don Domenico Amidani. “Il matrimonio non è più necessario per abbandonare la casa di famiglia e neanche per avere figli. Vivere sotto lo stesso tetto senza vincoli formali è una scelta di comodo molto diffusa. In questo modo ci si prende e ci si lascia senza problemi di alcuna natura, tantomeno morali, perché non ci sono legami ufficiali. I giovani oggi hanno paura del “per sempre” – continua il parroco – degli impegni, dei sacrifici, di non poter più tornare indietro. Preferiscono la provvisorietà. Ma la situazione ci deve invitare a riflettere. Peraltro succede spesso che le coppie arrivino al matrimonio religioso dopo anni di convivenza e a volte dopo avere già avuto un figlio, dicendo che la convivenza ha fatto comprendere che possono scambiarsi il consenso del “per sempre”. sp