L’arte implica creazione, la creazione richiede ingegno, l’ingegno necessità di passione: un paradigma, quest’ultimo, che potrebbe riassumere secoli e secoli d’inventiva umana. Un desiderio di plasmare la natura, di definire il mondo che ci circonda secondo soluzioni inusuali, uniche, che permettano di utilizzare ciò che il Creato ci fornisce, sostituendoci all’opera demiurgica di una sua “ricreazione” originale.
Così nasce l’arte di Marzia Fappani, “LaPetalaia”, orceana degli “Urcei vecchi”, impiegata e artista per passione, che, dopo un difficile periodo della propria esistenza, ha pensato di buttare anima e corpo nella creazione di composizioni floreali completamente artificiali, ma tanto belle da sembrare capolavori di Madre Natura.
Marzia, in molte interviste rilasciate negli anni, non hai smesso di ribadire che questa passione per i fiori e per la loro realizzazione sorge da un momento particolarmente buio della tua esistenza: in che modo pensi che da tutto ciò si sia prigionata la tua libertà creativa?
Sono sempre stata una persona creativa; sin da piccola amavo giocare a “ricreare” fisicamente quello che passava nella mia immaginazione. Come capitato a molti, anche io ho dovuto affrontare momenti difficili nella mia vita, e ho trovato nell’arte della creatività una strada alternativa per affrontarli. In principio non erano solo rose: sono passata per il decoupage artistico, per poi approdare verso il cardmaking (una delle prime in Italia, ideatrice di un innovativo metodo di colorazione), per poi virare verso gli #IQDMF, quaderni realizzati interamente a mano con illustrazioni e spiegazioni. LaPetalaia nasce dopo aver visto una sfilata di un celebre brand internazionale: la scenografia proposta per un set, un giardino gigante, mi ha riportato agli anni della mia fanciullezza, quando, in un bellissimo parco, ebbi modo di provare delle emozioni indelebili alla vista di meravigliose essenze floreali. E proprio quella gioia voglio che si trasmetta attraverso le mie creazioni; la gioia che esprimo con l’amore per la mia passione artistica. In fin dei conti i fiori fanno lo stesso effetto dell’amore: portano tutto a fermarsi, entri in una stanza e quel piccolo tocco di colore attira la tua attenzione, la stessa sensazione che provi quando ti innamori.
Pensare a dei “fiori giganti” non è proprio qualcosa di usuale per chi, come noi, che vive nelle campagne della Bassa bresciana, è abituato, al massimo, a stupirsi innanzi alle dimensioni di qualche girasole o di qualche cespuglio di ortensie. Come è nata in te questa idea così originale?
Ogni occasione speciale della nostra vita, in qualche modo, prevede sempre, come co-protagonisti, dei fiori. Proviamo a pensarci: essi costituiscono l’ornamento principale funzionale ad abbellire ogni location. I fiori sono puri, sono l’essenza ricreata da madre natura, ma hanno un limite: come ogni creatura di questo mondo sono destinati ad appassire. La mia arte pretende di superare questo “limite” naturale, donando ai fiori stessi una sorta di “eterna giovinezza”.
Si tratta, dunque, di soli fiori?
Non proprio. Di recente ho pensato di provare a mettermi alla prova nella creazione di forme un po’ differenti. Nasce, così, VirCigno!, un cigno, appunto, ad oggi ancora in un solo esemplare. Frutto di un afoso e caldo pomeriggio in spiaggia, che ha fatto esplodere in me quest’idea sino a costringermi ad anticipare il rientro dalle ferie per poterlo realizzare, grazie anche all’aiuto prezioso di mio marito che ha saputo comprendere e assecondare la mia arte creativa; è noto che l’artista quando ha un’illuminazione freme per realizzarla sfruttando l’adrenalina del momento!
Proprio VirCigno è stato il protagonista di alcune puntate de “Mi vuoi sposare?”, un programma trasmesso su un canale web, nel quale mi sono occupata dell’allestimento della scenografia.
Senza voler svelare il “segreto dell’arte”, come fai a realizzare questo genere di composizioni così variopinte, curiose e accattivanti?
Mi sono messa a fare delle ricerche e ho avuto modo di scoprire un materiale dalle proprietà straordinarie, l’isolon, un isolante principalmente utilizzato in campo edile: ecologico, tale da non emettere sostanze nocive, è perfettamente adatto al contatto con la pelle, nonché flessibile, elastico, pratico, liscio e leggero, con un’ottima durabilità e resistenza all’usura, senza temere alcun agente atmosferico, né tantomeno umidità o muffe di alcun genere. Ho immediatamente capito che si trattava di un materiale ideale per le mie esigenze e perfettamente in linea con i miei ideali: rispetto dell’ambiente, riduzione degli sprechi e unicità del prodotto. Ogni petalo viene ritagliato a mano e modellato singolarmente, poiché il risultato deve essere una creazione di qualità. Curo personalmente ogni fase del processo di creazione, fino alla vendita, in quanto il mio marchio è simbolo di puro artigianato, pertanto di esclusività del prodotto realizzato nella sua totalità a mano.
E per quanto concerne i colori?
Benché “naturalmente” già dotato di una sua gamma cromatica, oggi sto approfondendo alcune peculiari soluzioni rispetto alla colorazione dell’isolon: il mio obiettivo è rendere il pigmento più duraturo, conferendo anche delle colorazioni innovative.
Di recente, tra le altre cose, sei stata ospite al Festival del Cinema di Venezia e hai avuto modo di far conoscere la tua arte ben al di là dei confini bresciani: in che contesto pensi che i tuoi fiori possano trovare “terreno fertile” ove attecchire?
Attualmente sono di rientro da quella che potrei definire una delle esperienze più emozionanti della mia carriera artistica, ovvero il Festival del Cinema di Venezia. Sono stata brand sponsor della top model Valentina Corvino: stella del red carpet, ha consegnato il premio Starlight International Cinema Award, un importante riconoscimento nel mondo dei cinema sia a livello nazionale che internazionale. Le mie rose sono state il set degli shooting della Corvino, sposandosi perfettamente con la sua eleganza.
Anche nell’affollato backstage, tra gli sguardi delle persone lì attorno, sia quelle che lavoravano al progetto sia quelle che semplicemente passavano di lì, ho riscontrato curiosità e espressioni emozionate. Come ciliegina sulla torta, una modella ucraina, notando le mie rose, mi ha chiesto di poterle indossare sul red carpet; mi sono trovata catapultata, così, anche nelle vesti di stilista, alla ricerca, insieme alla modella, di una soluzione originale funzionale a dare il giusto completamento al suo outfit, con un tocco di esclusività e originalità. Le reazioni del pubblico e dei fotografi hanno confermato di aver pienamente centrato l’obiettivo!
Per maggiori informazioni e per conoscere tutte le creazioni de La Petalaia, è possibile consultare il sito e-commerce www.lapetalaia.com, l’account Instagram @marsiolina, oppure contattare direttamente l’artista all’indirizzo info@lapetalaia.com o su Whatsapp al numero 3495383713.
Leonardo Binda