Luca, un piccolo bimbo, ci guarda e sorride ai giochi del parco sui quali si arrampica con la velocità di uno scoiattolo.
Più in là un crocchio di ragazzi con la mascherina chiacchiera ai tavolini del nuovo bar che si affaccia sul cortile con una grande vetrata.
Giù dalle scale dell’ingresso, un salone con cucina per le feste.
Avanzando nel verde del cortile, un palco, che sarà dedicato al grest.
E’ il nuovo oratorio Jolly che dopo un anno di chiusura per ristrutturazione sabato 3 ottobre ha riaperto i battenti, mostrandosi nella sua nuova veste di casa all’avanguardia, accogliente e rassicurante, pronta a crescere e ad educare le nuove generazioni degli orceani.
Qui domenica 27 settembre doveva tenersi anche la messa di benedizione dei locali, ma il maltempo ha costretto tutti a festeggiare in chiesa parrocchiale.
Salvo poi una tregua concessa dalla pioggia, che ha consentito a tutti di spostarsi verso le 19 all’interno della struttura per il taglio del nastro.
L’onore dell’inaugurazione è andato al vescovo, mons. Pierantonio Tremolada. Con lui il parroco don Domenico Amidani, il curato don Gabriele Fada, l’ex curato don Luciano Ghidoni, anima e mente di questo progetto, il sindaco Gianpietro Maffoni e la comunità orceana, con i suoi bambini, gli adolescenti, i catechisti, glie educatori, tutti coloro insomma che daranno un senso e onore a questi nuovi spazi privilegiati dell’attività educativa e religiosa della parrocchia.
Grande l’entusiasmo da parte di chi ha potuto in quella occasione visitare la struttura, accolto peraltro da un ricco buffet uscito dalle sapienti mani di un gruppo di volontarie orceane.
Il nuovo Jolly, progettato dall’ingegner Giuseppe Turotti, dal costo complessivo di circa un milione di euro, ha quindi avuto modo di mostrarsi ed essere apprezzato nella sua nuova veste, con un giardino al posto di un arido cortile, allestito con tutti i giochi dei bambini.
Aule grandi e spaziose, pronte ad ospitare le attività di catechesi ed animazione, un salone con cucina per le feste e un bar già collaudato dai più, che già ad inizio agosto aveva aperto i battenti.
“Questo sarà lo spazio educativo dei giovani orceani. L’oratorio è come una palestra dove ci si allena a superare i capricci – ha detto il vescovo Tremolada – dove impariamo a fare il bene, veniamo guidati alla solidarietà e quindi a scegliere ciò che ci dà davvero soddi-sfazione”. Il percorso della ristrutturazione dell’oratorio orceano è stato lungo e travagliato.
Se ne parlava ancora più di 10 anni fa.
Il parroco don Domenico ha ripercorso il cammino che ha portato a questo risultato.
Argomento di appassionate discussioni fin dal primo decennio del nuovo millennio, questo oratorio ha visto la fatica di don Luciano Ghidoni che insieme a Stefano Solzi ha intrapreso il cammino per Santiago per raccogliere fondi tra i fedeli.
Poi è stato il risultato di un concorso di idee a cui hanno partecipato 9 studi di architettura: “Alla fine, abbiamo scelto un progetto che guarda alle persone più che alla struttura, una casa in cui tutti si sentono accolti, come aveva suggerito don Luciano Ghidoni, che non finiremo mai di ringraziare – ha detto il parroco.
Proprio a don Luciano è andata la riconoscenza dei fedeli, che l’hanno accolto con uno scrosciante applauso. “Voglio che il sogno continui – ha risposto il curato – questo non deve essere un punto di arrivo, ma una linea di partenza”.
Ora il testimone è passato a Don Gabriele, al suo entusiasmo, alla passione legata alla sua anima di buon pastore e alla sua giovane età.
Su di lui il paese tutto insieme ripone la sua grande fiducia nell’affidargli le nuove generazioni, nella convinzione che il sogno di don Luciano potrà proseguire sulla stessa strada ricca di iniziative coinvolgenti.
“Vi chiediamo uno sforzo per continuare – ha detto don Gabriele. “Abbiamo creato uno slogan “Ten for our dream”. Dietro c’è un significato ben preciso: 10 euro al mese di offerta per supportare il nostro sogno”.
Anche il sindaco Gianpietro Maffoni ha fatto una promessa: “Ringraziamo e ci impegniamo a sostenere questa bellissima opera da lodare non solo per la bellezza dei suoi muri, ma per le finalità per le quali è stata costruita e per la capacità di interpretare i bisogni dei nostri bambini e dei nostri giovani.
Ci auguriamo di lavorare nei prossimi mesi in sinergia con il parroco, il curato e coloro che dedicano il loro tempo a crescere con amore e passione i nostri ragazzi”.
Ora il prossimo appuntamento è con il catechismo che dovrebbe partire a fine ottobre.
Silvia Pasolini
– Ne parliamo anche a
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