Considerando che il contenitore deputato per la conservazione e la tutela dello Stendardo di Orzinuovi è la Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia, depositaria di una identità museale e museografica, si vogliono celebrare i 113 anni di assenza del Palio processionale dalla Città di Orzinuovi. L’opera fu commissionata nel 1514 all’artista bresciano Vincenzo Foppa, (Bagnolo Mella, 1427/1430 – Brescia, 1515/1516) per debellare e esorcizzare una pestilenza durissima scoppiata dopo il Sacco di Brescia ad opera del generale Gaston de Foix, nipote del re Luigi XII, tra il 1512 e il 1513 che aveva imperversato per otto mesi e falcidiato un numero considerevole di abitanti di Orzinuovi. Ora il dipinto è di proprietà della Parrocchia di Orzinuovi.
Non è un solo un “ritorno” da un epico viaggio, semmai è un desiderio appagato, una gioia di rivedere, vivere e ospitare, per un breve periodo, in tutta la Comunica educante del territorio un’opera di valore antropologico, ontologico e liturgico oltre che artistico.
Diciamolo: è l’icona dell’immaginario collettivo di Orzinuovi.
La rievocazione di una pestilenza e di una guerra ancora in atto sono palesi, ma con questa mostra si vogliono affermare il “magistero prospettico” e l’invenzione della spazialità architettonica del maggior artista del Rinascimento bresciano, e non solo la valenza del realismo nella sua pittura grigio argentea.
Il percorso espositivo, presso l’attraente Location della Rocca di Orzinuovi, come un piano sequenza cinematografico sarà suddiviso in cinque sezioni: La potenza dell’immagine; L’energia della materia; La forza dell’anima; Desiderio di memoria. Obliare per rinascere; L’incanto della Grazia.
Saranno allestite 33 opere e ben 21 studiosi hanno contribuito e sviscerato lo Stendardo su registri diversi della conoscenza e dei saperi: storici dell’arte, agiografi, iconografi, archeologi, diagnosti, architetti, paleografi, botanici, restauratori, registi, fotografi, lighting designer, sarti e artisti della seta.
Un evento inedito che si è raggiunto grazie al sindaco Giampietro Maffoni, al parroco don Domenico Amidani, all’Assessore alla Cultura Carlo Lombardi, a tutta l’Amministrazione, ma dietro alle quinte, per la riuscita ha lavorato lo Staff dell’Ufficio Cultura coordinato dal Responsabile dell’area Gianfranco Antonelli. Come si sarebbe potuta compiere questa mostra senza gli Sponsor e le numerose Istituzioni pubbliche e private?
Riguardo al palinsesto storico artistico e filologico, soprattutto per le ricerche, per le scoperte spetta il plauso ad alcune straordinarie storiche dell’arte, insomma, questa è un’iniziativa dedicata alle donne.
Prima fra tutte, dopo le pionieristiche ricerche condotte da Giovanni Morelli, l’inglese Constance Jocelyn Ffoulkes (1858-1950) che nell’estate del 1906 scoprì lo Stendardo presso la Chiesa dei Morti di Orzinuovi, e nel 1909 a Londra apparve la prima pubblicazione della Ffoulkes e mons. Maiocchi sull’opera omnia di Vincenzo Foppa. A distanza di quarant’anni, nel 1949, usciva la monografia di Fernanda Wittgens, e nel 1971 un saggio Per la prospettiva «padana»: Foppa rivisitato di Marisa Dalai Emiliani, alla quale dedico questa mostra; ancora nel 1997 si stampava il volume di Maria Grazia Balzarini, ed infine nel 2019 Obiettivo Foppa a cura di Roberta D’Adda, senza togliere nulla, anzi, ai curatori Giovanni Agosti, Mauro Natale, Giovanni Romano, della grande mostra del 2002 sull’artista, o al primo libro dedicato esclusivamente sullo Stendardo di Giuseppe Frangi del 1977.
E non è che oltre ai santi taumaturgici Sebastiano, Rocco, Giorgio, Caterina e Bernardino ci fosse una donna, la Vergine col Bambino ad essere posta in trono in processione per le strade dello scacchiere di Orzinuovi come Regina salvatrice, ausiliatrice che avrebbe sconfitto la peste, il male del mondo?
Vincenzo Foppa. Lo Stendardo di Orzinuovi (Rocca San Giorgio, 30 settembre 2022 – 31 marzo 2023) è una mostra Dossier, o «mostra tipo» e non «mostra antologica», che entra in appieno nel circuito di Brescia e Bergamo Capitali Italiane della Cultura 2023, e potrebbe rappresentare un’importante e particolare occasione in termini di ricerca, di crescita culturale, di studio dei beni artistici, soprattutto il valore della relazione, della sinergia, del coinvolgimento delle scuole sul territorio, dei nuovi bacini di visitatori, dei rapporti con le istituzioni museali e di un riscontro a livello internazionale. Valorizzazione, Conservazione, Tutela del Territorio sono la scommessa.
La finalità dell’iniziativa è anche quella far conoscere le bellezze naturali del paesaggio, le antiche dimore, l’ambiente antropizzato, l’energia rinnovabile, il turismo ecosostenibile, le industrie, il potenziamento della viabilità, il sistema agroalimentare. Essi sono il prodotto dell’ingegnosità bresciana e dell’intraprendenza lombarda e possono diventare vettori di interconnessione e di ricerca fra il sapere umanistico e quello scientifico per una formazione lungimirante, alimentando in tal modo l’economia e la visione imprenditoriale per nuove professioni del patrimonio umano giovanile.
Un evento alla portata di qualsiasi fruitore. Si proporranno visite guidate mirate ad una comprensione chiara e semplice del percorso espositivo per le scuole di ogni grado di istruzione, per le famiglie, per le aziende, per delegazioni o associazioni. Si terranno Performance collaterali, Convegni con esperti di Vincenzo Foppa e del Rinascimento per ogni bacino d’utenza. Non mancherà un catalogo pubblicato dalla casa editrice Compagnia della Stampa Massetti Rodella.
Settembre 2022,
Roberto Consolandi