Transizióne s.f. [dal lat. transitio – onis, der. di transire
«passare»]. – 1.a. Passaggio da un modo di essere o di vita a un altro, da una condizione o situazione a una nuova e diversa.
(estratto dal vocabolario Treccani)
Quindi nel nostro caso: Passaggio da una situazione ecologica ad un’altra, nuova e diversa,
da una situazione di opulenza di una società moderna, sprecona e devastatrice dell’ambiente come la nostra, ad una situazione di una società progredita e prospera ma rispettosa nei confronti di una natura per salvaguardare il futuro ai nostri discendenti.
Energie rinnovabili, bioagricoltura, economia circolare, mobilità a zero emissioni, abbandono della ricerca di nuovi siti estrattivi di idrocarburi, biodiversità, consumo del suolo zero, depurazione dell’acqua; questi sono i punti cardine di una transizione ecologica a livello nazionale ed Europeo.
Scelte che dovranno venire dall’alto, per questo è stato creato il nuovo dicastero della Transizione Ecologica (Mite), che sostituisce il Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare.
Ampio l’ambito di azione del nuovo dicastero, che assorbe, oltre a tutte le competenze dell’ex Ministero dell’Ambiente, anche alcune delle competenze chiave nel processo della transizione ecologica, inerenti principalmente al settore della energia.
Anche Legambiente con le parole del nostro presidente nazionale Stefano Ciafani, rilasciate in un’intervista su Sky Tg24 commenta il nuovo dicastero: “Il nuovo ministero della Transizione ecologica deve superare la dicotomia tra ministero dell’Ambiente e ministero dello Sviluppo economico e funzionare come un open space con politiche integrate, per spendere al meglio il 37% dei 209 miliardi di euro” destinati ai progetti green dell’Italia dal Recovery fund.”
Sarà molto difficile che si risolvano i problemi velocemente, i miracoli ultimamente scarseggiano.
Ci sarà bisogno di un cambiamento epocale, dove ognuno di noi dovrà fare la propria parte, la transizione ecologica è nel nostro interesse.
Il troppo stroppia:
“L’abbondanza esagerata, la grande fortuna, la ricchezza smodata possono diventare controproducenti. Ogni eccesso è negativo Espressione molto comune che usa ancora il verbo stroppiare, variante di storpiare antica e popolare, chiaramente influenzata da un accostamento a “trop-po”.
Il proverbio che significa propriamente che l’eccesso guasta tutta la quantità, la deforma, la sciupa o corrompe, viene inteso comunemente come se la quantità stessa non ne permettesse la gestione, l’utilizzo, il contenimento intendendo il verbo derivato da “troppo”.
Così si dice: Il troppo è troppo; Ogni troppo è troppo.”
Così spiega Carlo Lapucci nel suo “Dizionario dei proverbi italiani”, confermando, come se ce ne fosse bisogno, la saggezza dei proverbi dei nostri avi.
Una sintesi dove è racchiuso il comportamento che dobbiamo adottare per avviarci a questa “Transizione ecologica”, modulando le nostre richieste all’effettivo bisogno dei nostri consumi, una condotta che nel passato ha permesso di vivere in armonia con la natura, un cambiamento di passo doveroso della nostra attuale vita, basata solo sull’aspettativa della crescita infinita dell’economia.
Chiudo con due citazioni:
La prima, che poi è una dedica del poeta Giovanni Pascoli, fatta ad uno dei suoi allievi prediletti l’orceano Lucio Silla Cantù, scolpita sulla sua tomba nel nostro cimitero “Ciò che piace è molto ma è il poco che appaga”.
La seconda, “La terra ha abbastanza per i bisogni di tutti, ma non per l’avidità di poche persone”, Mahatma Ghandi.
Ferrandi Franco
presidente del Circolo di Legambiente Valle dell’Oglio