È stata un’esplosione di colori, di vita, di ispirazione artistica quella che ha animato, tra il 17 e il 29 maggio, in concomitanza con la Festa della Primavera, la Filanda di Soncino, da luogo di fatica e sudore divenuto tempio di cultura a due passi dall’iconica Rocca Sforzesca.
Diciotto gli artisti selezionati per la partecipazione a questa collettiva che hanno saputo interpretare, in una molteplicità di forme e colori, l’arrivo della stagione del risveglio della natura offrendo un compendio eterogeneo di espressività artistiche. Pittori, scultori, fotografi, grafici, digital art performers: un compendio di diverse anime unite dalla volontà di offrire uno spettacolo mai tentato prima nel Borgo della “riva rivale”.
Curata da Giuseppe Zombolo, patron dell’omonimo atelier, con la collaborazione dell’artista e critico soncinese Bruno Premoli, la mostra ha visto la partecipazione, tra gli altri, anche di Francesca Guarneri, body-artist già frequentatrice delle nostre pagine, figura di spicco di un genere peculiare di produzione artistica – ottenuta con tempere ad acqua stese su corpi femminili o maschili – che, negli ultimi anni, sta attecchendo in molti ambienti lombardi e non solo.
«È primavera, il piccolo fiore sboccia l’aria si fa leggera, le giornate si illuminano, il sole acquisisce un tepore dolce, meraviglioso, leggero, fresco» i primi versi di un breve componimento che l’artista ha scritto come fonte d’ispirazione per la sua opera, ricavata sulla persona della modella Angelica Sanzanni. Come una naiade, una ninfa silvestre, la giovane ragazza, per le mani della Guarneri, ha vissuto una forma di metamorfosi, materiale e spirituale, trasformandosi, grazie all’interazione tra forma e colore, in una peculiarissima rappresentazione della primavera nascente.
«Quando il curatore mi ha proposto di prendere parte a questa collettiva l’idea che ci ha uniti è stata quella di scavare più a fondo, cercare di interpretare sì la bella stagione come momento di rinascita, ma anche e soprattutto come evidente rappresentazione di un mondo che sta cambiando – ha commentato l’artista – Tutto questo è diventata occasione di riflessione per il nostro pubblico, chiamato a vivere una duplice esibizione: una primavera “nascente” e una primavera “contemporanea”, con tutte le ombre che aleggiano oggi come oggi sul nostro futuro».
L’arte che comunica, che insegna, che rende consapevoli: un messaggio che saprà ispirarci ogni volta che, guardando all’albero fuori casa, sentiremo il bisogno di soffermarci a godere delle piccole cose, dei fiori che sbocciano o delle foglie che cadono, ricordandoci di essere, anche noi, parte di questa metamorfosi.
Leonardo Binda