Infermieri e Oss (operatori sociosanitari) che mancano; scarsità di personale a disposizione per seguire gli ospiti e di conseguenza problemi nella fruizione delle ferie; un nuovo reparto Alzheimer da gestire. Sono le lamentele che hanno spinto a metà giugno il personale delle Rsa di Orzinuovi e Orzivecchi a proclamare lo stato di agitazione sindacale. Problemi che si riscontrano in numerose Rsa a livello nazionale, dove già prima della pandemia il settore era ad un alto livello di precariato, ma dal 2021 la situazione si è particolarmente aggravata. Il problema maggiore è trovare medici e infermieri, che sono pochissimi e tendono a migrare verso altre strutture sanitarie.
La questione orceana è ora rientrata, lo stato di agitazione è stato sospeso, dopo un incontro con la prefettura avvenuto mercoledì 22 giugno alla presenza delle rappresentanze sindacali a tutela dei lavoratori, del presidente delle Fondazioni riunite, Luca Magli, e del direttore generale Federico Fontana. Sia la parte sindacale che presidente e direttore delle Fondazioni riunite si sono dichiarati pronti a riprendere il confronto. Le rappresentanze sindacali hanno riconosciuto il percorso messo in atto dall’azienda per il rafforzamento del personale e i problemi saranno affrontati dalle due parti congiuntamente. Nel frattempo i dipendenti restano col piede sospeso e si dicono in attesa di verificare le risposte alle loro richieste.
“Sottolineiamo favorevolmente la sospensione – riferiscono Fontana e Magli. “Da parte nostra corre l’obbligo di rimarcare, come fatto durante l’incontro con il capo di Gabinetto della prefettura, il corretto agire delle Fondazioni Riunite che hanno nell’occasione fornito tutte le spiegazioni alle contestazioni sollevate. E’ stata portata agli atti la relazione scritta dove sono evidenziati in modo esaustivo il comportamento e le azioni intraprese. Quest’anno non è stata inviata nessuna comunicazione in tema di impossibilità di effettuare le ferie. La Fondazione, pur ritenendo un diritto le ferie, deve purtroppo prendere atto di una difficoltà oggettiva di programmazione a medio e lungo termine per la mancanza di infermieri Quest’anno abbiamo intrapreso numerose iniziative per far fronte all’emergenza nazionale di carenza di infermieri: abbiamo anche sottoscritto un accordo da fine maggio con un’agenzia interinale per il reclutamento infermieri stranieri; abbiamo stipulato un contratto con una cooperativa per il servizio notturno; effettuiamo una continua ricerca territoriale di personale anche su segnalazione dell’Università degli studi di Brescia. Nel caso di perdurare dell’emergenza si valuteranno con la direzione sanitaria adeguamenti organizzativi congruenti, come sono stati già messi in atto presso la RSA di Barbariga, per poter consentire alle infermiere di usufruire del periodo di ferie. Non possiamo però che sottolineare come situazioni di supposta contrapposizione siano evidentemente enfatizzate da condizionamenti esterni, che non hanno a che fare con la gestione interna della Fondazione. Ci riferiamo in particolare alla carenza di Infermieri, in tutte le RSA a livello nazionale e non solo delle nostre Fondazioni Riunite. E questo è chiaramente un problema di sistema che poi esplode nelle Rsa. Il tutto si inserisce in un contesto post Covid, dove le difficoltà economiche delle strutture permangono ed evidenziano limitati spazi d’azione per il recupero di risorse”.
Altro problema messo sul piatto della bilancia dai lavoratori e dalle organizzazioni sindacali è il nuovo reparto Alzheimer, accreditato alla struttura di Orzinuovi da Ats Brescia ad ottobre 2021, la cui gestione, a detta dei dipendenti “è alquanto impegnativa e richiede competenze che loro non ritengono di avere”.
“Desideriamo chiarire – rispondono il presidente e il direttore della Rsa – che tutti gli ospiti accolti gradualmente nel nucleo Alzheimer erano già presenti in Rsa e già presentavano una diagnosi di Alzheimer rilasciata da specialisti, come la norma prevede. Al nucleo Alzheimer sono stati dedicati operatori, Infermieri, educatori, fisioterapisti e medici tutti già presenti in struttura, come prevede la norma, poiché nel loro percorso formativo e di conseguenza nel loro profilo professionale e ruolo è previsto che si occupino anche di pazienti Alzheimer. Non sono previsti ASA o OSS con specializzazioni in tal senso. In ogni caso all’avvio del nucleo sono stati programmati due giornate formative per tutto il personale della struttura tenute da psicologhe esperte sui temi delle strategie nella gestione pazienti Alzheimer. E’ intenzione di questa Fondazione, come già più volte riferito negli incontri con i lavoratori, procedere in futuro, vista la carenza di risposte alle patologia Alzheimer sul territorio, ad ampliare l’offerta sulla cura della patologia Alzheimer, costruendo un’altra struttura apposita di 40 posti letto”. Questione quindi rientrata, fino a nuovi aggiornamenti. Silvia Pasolini