L’arte, in tutte le sue espressioni, dalle più rudimentali alle più evolute, ha sempre accolto come soggetti privilegiati la vita e la morte.
Due momenti inevitabili, propri dell’esistenza umana, che portano la nostra natura a fare i conti con la caducità dell’esistenza.
Ma ciò che ci differenzia dai “bruti”, proprio come li definiva Dante, è la tensione del nostro intelletto che vuole comprendere, commemorare e fare propri questi momenti, tanto da affidare ad essi non un nefasto messaggio di fine quanto più un’occasione di definitiva salvezza.
Mai prima d’ora, dopo il terribile periodo che abbiamo vissuto e che ormai giunge in prossimità del dodicesimo rintocco che segna il ritorno a quel febbraio quando tutto ebbe inizio, sentiamo il desiderio di fare i conti con i volti, i pianti e le tribolazioni che hanno rotto lo spirito della nostra comunità.
Eppure, dinanzi a tanto dolore, è forte il desiderio di ripartire.
Un nuovo inizio carico, però, della volontà di ricordare chi ci ha lasciati.
Questo è il senso della nuova opera dello scultore orceano Giovanni Battista Mondini, un artista maturo e che può vantare una consolidata ed apprezzata esperienza, il quale ha realizzato, su commissione della Parrocchia, un nuovo portacero dedicato proprio al ricordo perenne di tutte le vittime della pandemia.
Si tratta di un’opera composta da più parti, ognuna con uno specifico significato.
“L’intera composizione richiama tutta una serie di suggestioni della vita e del messaggio di Cristo.
Il basamento è di legno, il materiale della Croce e della greppia in cui Gesù nacque; salendo troviamo dodici lesene sporgenti che, come gli Apostoli, sorreggono le quattro figure centrali del-l’opera: Maria Assunta, Cristo Risorto, San Bartolomeo ed infine una scena raffigurante il battesimo di Gesù ad opera di San Giovanni – ha raccontato l’artista – L’ultima parte, invece, è decorata con foglie, rami intrecciati, fiori, frutti ed api che vogliono significare la libertà, la voglia di vivere e l’amore di Gesù, custode e portatore di speranza”.
Lo scorso 17 gennaio, alla presenza del Vescovo di Brescia Pierantonio Tremolada, del Parroco Don Domenico Amidani e del Sindaco Gianpietro Maffoni, l’opera è stata ufficialmente presentata alla cittadinanza e collocata nella cappella della parrocchiale ove è custodito anche il fonte battesimale e un “Battesimo di Gesù” attribuito al Bagnatore.
“L’opera racchiude il vero senso di quello che va espresso di fronte a tale tragedia: io da credente, non posso che pensare alla Resurrezione – ha concluso Mondini.
Sento che questa opera, guardandola con devozione, sarà preghiera di intercessione presso Dio per un ritorno alla serenità”.
Leonardo Binda