Ancora un mese e dopo 41 anni di onorato sevizio a Orzinuovi, il dottor Piersevero Micheli (nella foto)appenderà il camice al chiodo.

Lo scoccare del 70esimo compleanno segna irrimediabilmente la fine della sua carriera. Dura lex sed lex avrebbero detto i Romani. 

A nulla sono valse le 1500 firme, la mobilitazione delle istituzioni, il tam tam sui social per prolungare la sua presenza al lavoro oltre la data della pensione.

Il 24 aprile sarà l’ultimo giorno del suo servizio. 

E così ci riferisce lui: “I vertici mi hanno riferito purtroppo che il mio pensionamento è ormai d’obbligo. Nessuna possibilità di proseguire l’incarico oltre il termine stabilito dalla legge. 

Un’altra dottoressa ha avanzato la sua disponibilità a sostituirmi”

Ancora adesso, nel pieno della terza ondata, molti malati di Covid devono il loro grazie alla sua disponibilità, professionalità, al suo essere una presenza assidua nel seguirli e nel visitarli a domicilio. Il suo telefono squilla continuamente. 

I pazienti lo aspettano a casa per una diagnosi, per un consiglio o anche solo per una rassicurazione. E lui, tra una prescrizione, un tampone e una visita medica in studio, non lascia da parte nessuno, fino a tarda sera. La maggior parte dei suoi assistiti farebbe per questo carte false per mantenerlo in servizio. Quando in settembre si era sparsa in paese la notizia del suo prossimo pensionamento, nessuno dei suoi pazienti voleva rassegnarsi a perderlo. Così era partita una petizione. 1500 persone avevano messo nero su bianco la loro richiesta di mantenerlo in servizio. Anche il sindaco di Orzinuovi Gianpietro Maffoni insieme all’assessore Carlo Lombardi si erano fatti portavoce di questa richiesta presso il dottor Claudio Sileo, direttore di Ats Brescia. 

I vertici di Ats, di fronte a questa mobilitazione e alla situazione di emergenza sanitaria in corso, avevano fatto trapelare una certa possibilità di fare una deroga alla legge. Invece la notizia del suo prossimo e irrevocabile collocamento a riposo è arrivata al dottore come una doccia fredda: “Stavo controllando i messaggi whatsapp dei miei pazienti – ci racconta – quando mi sono imbattuto in una comunicazione della dottoressa Elena Ferrari che mi riferiva di essere stata designata a sostituirmi a partire da fine aprile. 

Nessuna informazione ufficiale da parte di Ats, che ho dovuto interpellare personalmente per avere spiegazioni. Sono molto dispiaciuto. Non voglio andarmene, soprattutto mi rincresce abbandonare i miei pazienti in una situazione così delicata dal punto di vista sanitario”.

Tuttavia per i pazienti e non solo del dottor Micheli, non tutto è perduto. 

Il medico orceano riprenderà il suo lavoro privatamente in un altro studio, ma sempre in paese, e continuerà pure, come ci riferisce, la sua attività di medico del lavoro.  

Silvia Pasolini