Il 2 ottobre si celebra la festa dei nonni ed in ogni aula di ogni Plesso della Scuola Primaria i bambini scrivono semplici pensieri o toccanti poesie da dedicare ai loro angeli custodi in terra. Corredano spesso le loro parole di un semplice, ma significativo presente, che può essere un segnalibro, un fiore di carta velina o anche un cuore di carta crespa da appendere vicino al letto o tenere sul tavolo. Questo perché? Perché “i nonni sono le biblioteche preziose del libro più esclusivo, quello che racconta la storia della propria famiglia, unica e irripetibile”, come dice la dott.ssa Graziottin. E questo è tanto più vero quanto più consideriamo che oggi, accanto alla famiglia classica, quella nucleare, tradizionalmente costituita da una coppia di coniugi e dai loro figli, troviamo con sempre maggiore frequenza altre tipologie di famiglia, vedi quella monoparentale, quella ricostituita, quella omoaffettiva. Allora, in questa straordinaria e meravigliosa congerie di legami affettivi vecchi e nuovi, i nonni restano lì, quali granitici dispensatori gratuiti di affetto, di cura, di ricordi, di valori. Sono loro che tengono insieme, con una trama invisibile di amore e dedizione, il senso di appartenenza di ogni generazione ad un unico tempo familiare. Sono nonni “competenti”, capaci cioè di dare qualcosa, che è presenza sicura ma silenziosa, che è supporto emotivo ed affettivo, pur sempre nel rispetto dei ruoli e dei compiti.
Papa Francesco ha detto che “gli anziani donano ai giovani la sapienza della vita” e di questo ne siamo talmente convinti noi, docenti della Primaria, che abbiamo voluto stilare un Progetto dal titolo “Dai nonni ai bambini: il filo del futuro”. Tanti sono i nonni che ogni anno varcano la soglia delle classi per sedersi in cattedra e catturare l’attenzione dei loro piccoli ascoltatori, mentre raccontano con nostalgica tenerezza tradizioni e costumi della loro infanzia, tracciano il profilo della Bassa Bresciana di una volta, tra nebbia, sacrifici e fame, ma anche tenacia, solidarietà e radicato senso di appartenenza!
Quest’anno abbiamo deciso di fare ancora un ulteriore passettino in avanti per fortificare il connubio tra età della vita, che devono necessariamente parlarsi e attingere l’una alla sorgente di ricchezza dell’altra.
A cadenza regolare, gli alunni faranno visita agli ospiti della Casa di riposo: dispenseranno sorrisi, spensieratezza, allegria e riceveranno calore e saggezza. Una saggezza che già a ottobre, al primo incontro, è stata leggibile nel desiderio dei nonnini di intonare a gran voce l’inno di Mameli per farlo ascoltare ai bambini, a cui uno di loro si è rivolto e ha detto con tono convinto: “Se oggi voi vivete in un’Italia libera, è anche grazie a me che ho combattuto per la vostra indipendenza!”.
I nonni raccontano la Storia: prima quella delle loro famiglie, poi quella del loro paese, infine quella del nostro inclito Stato.
Sono risorse di memoria nella vita che fugge.
Sono le nostre guide nel labirinto del tempo.
Maria Rosaria D’Ambrosio