30 ragazze, 1 coach maker e 2 coach docenti che creano con la tecnologia: questo è un club Girls Code It Better, in cui le tecnologie diventano mezzi per divertirsi, imparare e creare all’interno di un gruppo. Partecipare a Girls Code It Better significa mettersi in gioco nella progettazione e realizzazione di prodotti utili alle persone e alle scuole.
Il programma è pensato per le alunne della scuola secondaria con l’obiettivo di ridurre la disparità di genere in ambito STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics): molti studi infatti confermano che l’universofemminile non sceglie percorsi professionali in ambito tecnologico.
L’idea è quella di investire sul paese: mettere ragazzi e ragazze sulla stessa linea di partenza per stimolarli a una competizione sana, fatta di squadre eterogenee e bilanciate nelle quali la differenza di intelligenze, prospettive, esperienze produca innovazione.
Partecipare al club significa non solo imparare a imparare, a sviluppare il pensiero critico, a progettare, a lavorare in team e a comunicare, ma anche a essere in sintonia con la società dell’informazione ed esprimere le proprie abilità in un contesto creativo.
Di seguito alcune informazioni concrete sul progetto. Innanzitutto il club si incontra a scuola, un pomeriggio a settimana da novembre ad aprile, per un totale di 45 ore (15 incontri concordati). Il laboratorio è totalmente gratuito e ne fanno parte ragazze delle classi prime, seconde e terze della scuola secondaria di I grado.
Ogni Club è guidato da Coach Docenti, i prof. Greta Delfini e Giuseppe Novara, che sostengono le ragazze durante le fasi del progetto e del lavoro di gruppo, e da un Coach Maker, Giovanni Valente, che mostra alle ragazze le potenzialità delle tecnologie e le avvicina al mondo della creazione.
In concreto di cosa si occupa questo corso? Progettare in 3D, sviluppare app e videogame, creare siti web, immergersi nella realtà virtuale e creare insieme a ragazze che hanno voglia di cambiare il mondo. L’argomento principale del club di Orzinuovi è Linguaggi e stereotipi applicato al campo della moda e del design. In queste prime settimane di lavoro c’è stata una fase iniziale di conoscenza delle ragazze, nella quale sono state proposte delle attivitàfunzionali a trasmettere le prime conoscenze in campo digitale, ma anche a stimolare fantasia e creatività; tra queste la realizzazione di tre Avatar legati all’evoluzione degli stereotipi femminili nel tempo: il proprio, quello della mamma e quello della futura figlia. Ma questa è solo una delle tante attività previste durante il corso, che vedrà il suo sviluppo nei prossimi mesi.
Il progetto è importantissimo perché coinvolge l’intera scuola nella riflessione sui pregiudizi e sugli stereotipi, promuovendo la parità di genere in ambito scientifico.
È importante dare un contributo concreto per vincere i pregiudizi che spesso distorcono la realtà, partendo da uno sviluppo paritetico e sostenibile del tessuto sociale, in ambito formativo e lavorativo, rinnovando quotidianamente il proprio impegno nella creazione di un futuro sostenibile, inclusivo, ricco di pari opportunità e attento al rispetto di ciascun individuo. Pensare la tecnologia, significa pensare il mondo. Sarà fantastico se a crearlo ci saranno anche le ragazze! Come dice orgogliosa una donna con in mostra il braccio muscoloso in una significativa immagine degli anni ‘50: “We can do it!”. E girl power sia, dall’epoca del boom economico a quella della robotica.
Nicoletta Galli