Il Rotary, nato nel 1905 dall’ingegno dell’avvocato statunitense Paul Harris, è il più antico e forse il più celebre club internazionale. Anche nel nostro territorio il Rotary gode di una particolare presenza, garantita da diverse aggregazioni sparse tra città e provincia.
Anche ad Orzinuovi esiste un club, condiviso con “l’eterna rivale” ed ora sorella Soncino, coeso da uno spirito di reciproca appartenenza e, soprattutto, da quel forte e deciso “servire al di sopra di ogni interesse personale”, motto che a livello internazionale qualifica la missione rotariana.
Dal 1 luglio 2020, mediante elezione da parte dei soci, ha preso le redini del club il soncinese Giovan Battista Guarischi (nella foto a sinistra in compagnia di Eligio Fiori), agente immobiliare che da anni svolge la sua attività nella “capitale” della Bassa Bresciana.
Come e perché ha deciso di aderire al Rotary?
Sono uno dei soci fondatori del club a cui sono iscritto, nato nel 2006. Sin da subito mi ha colpito molto la filosofia rotariana del servizio come massima aspirazione a cui ambire. Mi sono subito trovato in un gruppo eterogeneo, formato da personalità a 360 gradi e che condividono questa missione comune, mettendo a disposizione la loro professionalità e capacità per il prossimo. Mi gratifica e ci gratifica fare qualcosa per gli altri senza chiedere nulla in cambio.
In questi anni di attività sono molte le iniziative, tecnicamente dette “services”, che avete promosso sul territorio. Quali sono quelle che l’hanno vista maggiormente coinvolta?
Nel tempo abbiamo partecipato come club a moltissime iniziative, sia a livello locale, proprio come Rotary Soncino Orzinuovi, sia a livello distrettuale ed internazionale, collaborando dunque anche con altre realtà del territorio. Ho un ricordo molto positivo di un nostro service in favore dell’hospice di Orzinuovi, dove aiutammo l’organizzazione ad acquistare elettrodomestici e strumenti di utilità comune che in un luogo così particolare sono fondamentali, e un interessante collaborazione con la Vanoli Basket per portare un primo grande torneo disputato tra giocatori con disabilità nel nostro territorio. Durante il periodo dell’im-perversare dell’emergenza Coronavirus, ci siamo anche prodigati per acquistare dispositivi di protezione per il personale sanitario e a sostenere famiglie in difficoltà. A livello più ampio è già da quattordici anni che ci impegniamo in diverse raccolte fondi in favore della creazione di diverse “brest unit” finalizzate alla prevenzione e alla cura del tumore al seno e, insieme a tutti i club, sosteniamo le iniziative internazionali del Rotary, come la lotta alla poliomelite, la costruzione di pozzi in Kenya e l’acquisto di mezzi di trasporto scolastici per gli studenti delle aree più povere al mondo.
Questi sono solo alcuni ma significativi esempi della nostra azione.
Cosa significa “essere rotariani” e come intendente questa vostra missione?
Il Rotary è, a differenza di quanto mostrato da certa narrazione, è una realtà che comprende una varietà ampissima di personalità. Non si tratta di un gruppo elitario nel vero senso del termine, ossia chiuso in sé stesso e che guarda solamente ai propri affari. Anzi, la nostra più grande ambizione è fare del bene per il prossimo, un punto fermo a cui nessun rotariano potrà mai rinunciare.
Leonardo Binda