Honos alit artes, l’onore alimenta le arti.
Così il filosofo ed oratore latino Cicerone presentava in una sua opera l’esigenza, tanto individuale quanto collettiva, di apprezzare il lavoro di ogni artista, demiurgo capace di fondere l’ideale ed il materiale, di tramutare la potenza in atto.
Sono due pale, che adornano la chiesa parrocchiale Maria Madre della Chiesa di Casazza, a portare i segni dell’ingegno di una giovane ed intraprendente artista orceana.
Greta Barbarossa, studente presso l’Accademia Santa Giulia, ha infatti realizzato le due opere, con alcuni suoi colleghi del corso di Pittura e Scultura, seguendo la tecnica della sanguigna su carta, metodo che ha conferito alle figure delle due pale il caratteristico colore vermiglio, lavorando su più pannelli successivamente ricomposti.
“Il progetto Maria Madre della Chiesa nasce dalla collaborazione con la parrocchia di Casazza e l’Accademia Santa Giulia grazie al nostro docente di anatomia artistica, Adriano Rossoni.
L’Accademia ha già avuto diverse committenze in ambito sacro, ma il nostro lavoro è il primo, a Brescia, ad essere pensato come permanente – ha raccontato l’artista – Il tema della Mater Ecclesiae è il centro tematico del progetto: abbiamo ricostruito visivamente la storia della fondazione della chiesa, voluta dal vescovo Morstabilini con il sostegno di Paolo VI.
Altra tematica che abbiamo toccato è quella del Battesimo di Cristo, più tradizionale, pensato per lo spazio del battistero”.
Figure ricche di un vivido realismo, che si manifesta egregiamente nel dettaglio dei volti e delle gestualità dei soggetti, legate ad un eco antico di Fede e speranza declinato con maestria dalle sapienti mani di giovani artisti di certo talento. Le due pale sono state collocate nella chiesa ad inizio marzo e, non appena i fedeli hanno potuto iniziare nuovamente a frequentare i luoghi di culto, l’apprezzamento è stato immediato.
“E’ stato un momento importante nella nostra formazione, un lavoro di squadra che ci ha impegnato intensamente e che ci ha portato a maturare diverse competenze fondamentali, dallo studio delle iconografie al saperci rapportare con i committenti e comprendere i loro bisogni, cercando insieme soluzioni originali, studiate anche in rapporto allo spazio fisico della chiesa – ha concluso – Tutto questo è stato possibile grazie alla bella collaborazione che siamo riusciti a portare avanti tra noi, che ci ha veramente riempito di gioia nel vedere la reazione al risultato finale, dandoci ancora adesso un po’ di quella forza di cui abbiamo bisogno nel nostro sforzo creativo, in un periodo incerto come quello che stiamo vivendo”.
A Greta dunque i migliori auguri di una brillante carriera, sempre nel segno del vero e di quell’arte capace di trasmettere sentimenti e valori centrali per la crescita di ogni comunità.
Leonardo Binda