Tanto comune quanto più si sale con l’età, ormai diffuso anche entro fasce della popolazione giovane e giovanissima, il dolore alla spalla costituisce uno dei disturbi che, con maggiore frequenza, portano diversi pazienti ad affidarsi alle cure di un ortopedico. Per chiarire meglio questa situazione, abbiamo fatto due parole con il dott. Aldo Fappani, dirigente medico di primo livello e medico specialista in Ortopedia, che si occupa di chirurgia artroscopica della spalla e del ginocchio, chirurgia protesica di spalla, ginocchio e anca, di osteotomie al ginocchio e medicina rigenerativa.
Dottore, la spalla, articolazione complessa, è storicamente una delle porzioni del nostro corpo che più possono essere interessate da disturbi e dolori. Come, in questi anni, è migliorata l’azione di prevenzione e cura in tal senso?
Negli ultimi vent’anni, dal 2000 in poi, la ricerca in questo campo ha fatto passi da gigante: sia nella diagnostica che nel trattamento di nuove patologie, le possibilità che ora si sono rese possibili garantisco tempi di guarigione molto più rapidi che in passato, con meno “effetti collaterali” associati a terapie o interventi chirurgici. Solo di recente, infatti, si sono iniziate ad intuire le modalità con le quali la CDR andasse incontro a fenomeni degenerativi, lesioni parziali e, infine, a tutto spessore.
Quale “parte” di questa articolazione così articolata – per usare un gioco di parole – è più soggetta a degenerazione?
Certamente la cosiddetta “cuffia dei rotori”, ossia quel complesso di muscoli e tendini che ha il compito di stabilizzare l’articolazione gleno-omerale della spalla. Già Neer, un importante chirurgo americano, aveva intuito come, eccetto nei casi più evidenti di lesioni traumatiche, questa “cuffia” andasse incontro, con il semplice passare del tempo, a degenerazioni tendinee spontanee. Sostanzialmente, la sintomatologia che si presentava è sempre la stessa: sino a trent’anni circa, questo insieme di muscoli e tendini può essere affetta da semplici infiammazioni o borsiti, dai trenta ai quarantacinque si andava incontro a progressive situazioni degenerative sino ad arrivare, nel post-quarantacinque, a vere e proprie lesioni, anche estese e complesse da trattare.
Come, dunque, poter intervenire in merito?
Infiammazioni, tendinopatie calcifiche e lesioni della CDR possono essere trattate in maniera “conservativa” o con infiltrazioni. Spesso, ma non sempre, tali soluzioni bastano a risolvere il problema. Se, però, il dolore persiste oltre la soglia dei sei mesi dall’inizio del trattamento, allora la semplice terapia medica potrebbe non essere sufficiente, tanto da richiedere una valutazione più approfondita per gestire al meglio dolore e limitazioni articolatorie. L’artroscopia, ad esempio, è una validissima alternativa ai più “classici” interventi “a cielo aperto”: essa, infatti, è molto meno invasiva, comporta un recupero più rapido e causa una minore insorgenza di complicanze.
Dunque, che fare se si avverte un dolore costante alla spalla, che non accenna a diminuire?
Certamente non è opportuno continuare ad assumere antidolorifici e “convivere” con un dolore tale da diminuire, in ogni circostanza, la qualità della nostra vita: sottoporsi ad una prima visita ortopedica è sicuramente il primo e migliore passo da compiere, per iniziare, insieme, un percorso di cura corretto ed efficace.
Per maggiori informazioni e per sottoporsi ad un primo controllo, il dott. Fappani visita a Orzinuovi presso il Poliambulatorio Sanitas Bongi, a Roccafranca, presso il poliambulatorio Alma MedicalCenter, e a Brescia, presso il poliambulatorio Bianalisi in Borgo Wuhrer n. 129.
Tel. 339 4423059
fappanialdo@gmail.com
Leonardo Binda